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“Contaminate!”. Allarme rosso, oltre i limiti. Cozze vive refrigerate, cosa si rischia. Escherichia coli, i sintomi da non sottovalutare

Cosa è l’escherichia coli? Abbreviato di solito all’interno degli analisi o nei testi specialistici come E.Coli. E’ un batterio gram-negativo. Sono almeno 171 i sierotipi. Ne esistono tantissime del tutto innocue e che vivono nel nostro intestino. Questi batteri infatti sono molto importanti per gli animali a sangue caldo, perché permettono di digerire bene il cibo. L’Escherichia Coli è un nemico da non sottovalutare! Esso può contaminare bevande e alimenti di vario tipo. Nella maggior parte dei casi occorrono 48 ore per la comparsa della sintomatologia. In alcuni soggetti è richiesto un lasso di tempo ben superiore ai due giorni previsti. Tali problemi possono aggredire il soggetto anche per una settimana di tempo. Generalmente la guarigione si realizza nel giro di poco tempo. Ma perché parliamo di questa ‘infezione’ da non sottovalutare? Presto detto… (Continua a leggere dopo la foto)



Il Rasff, il sistema di allerta europeo rapido per la sicurezza alimentare, ha lanciato un allarme in tutta Italia, da Nord a Sud, per quanto riguarda cozze vive refrigerate contaminate dal batterio Escherichia Coli, riscontrato oltre i limiti di legge (ossia fino a 1.300 mpn per 100 grammi). L’allarme, rilanciato da FanPage, è scattato poiché le cozze vive e contaminate sarebbero già state immesse sull’intero mercato nazionale. (Continua a leggere dopo la foto)


Il problema è che al momento non si conoscono i lotti interessati, perché riguardano non soltanto la grande distribuzione, ma anche le pescherie ed i mercati di tutta Italia, nonché dell’Austria. Il ritiro delle cozze vive refrigerate contaminate in tutta la Penisola è già scattato: una misura cautelare a tutela della salute dei consumatori. Il Rasff ha fatto anche sapere di prestare la massima attenzione e non consumare cozze vive senza prima averle sottoposte al controllo del Servizio igiene degli alimenti e nutrizione della Asl locali. (Continua a leggere dopo la foto)


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Il problema, infatti, riguarda la possibilità che i mitili interessati dal richiamo possano essere commercializzati al di fuori dei cosiddetti “canali legali”, e che possano raggiungere attraverso quelli i consumatori. Nessun rischio, invece, per chi ha acquistato i molluschi attraverso i “canali autorizzati, all’interno di sacchetti con etichette che ne riportano la provenienza”, ha spiegato Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti, “e che possono essere acquistati in sicurezza”. Il rischio, appunto, è quello di essere infetti da escherichia coli e essere ‘attaccati’ da nausea, fortissimi crampi addominali, diarrea e vomito.

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