“Tenetelo a casa e fategli fare qualche lavoretto da solo, vedremo cosa fare quando si avvicinerà l’ora dei sacramenti”. Catechismo finito per Mario (nome di fantasia), un bambino di otto anni che si stava preparando per la prima comunione in un parrocchia di Feltre, in provincia di Belluno. Il problema ? É autistico, la malattia lo rende iperattivo e quindi il parroco, su richiesta della catechista, ha ritenuto che non debba più disturbare la lezione. “È vero, la sua iperattività non gli consente un comportamento convenzionale. Ma io ci sono e cerco di farlo ragionare fino a riportarlo a livelli di socializzazione accettabili” protesta la madre, che prende dei permessi dal lavoro per accompagnare il bambino nelle sue attività (continua dopo la foto)

“Non c’è alcuna volontà discriminatoria nei confronti del piccolo. Ma ciò che viene segnalato dalla catechista non può essere sottovalutato ai fini dell’attività di insegnamento agli altri bambini. Nonostante la presenza attiva della mamma questo ragazzino è difficile da gestire” ribatte il parroco. Intanto, però, anche le altre famiglie hanno ritirato per protesta i loro bambini dal catechismo e i genitori di Mario sembrano intenzionati a scrivere a Papa Francesco. È stato del resto proprio Bergoglio, poche settimane fa, a chiedere di “rompere l’isolamento e lo stigma che gravano sulle persone affette da disturbi dello spettro autistico, come spesso anche sulle loro famiglie”.