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Gli antibiotici del futuro? Sono dentro l’uomo. Scoperta una proteina capace di ‘battere’ tre infezioni

L’antibiotico è il miglior amico dell’uomo? Sì, se questo è stato prescritto da un medico dopo attenta valutazione. Perché è bene non abusarne né assumerne senza ‘nulla osta’ da parte di un esperto. Stando agli ultimi dati dell’Oms, sono ben 500mila i casi di infezioni dovute alla resistenza di questi farmaci, registrati in 22 paesi del mondo. Ed è proprio per colpa dell’abuso: gli antibiotici, infatti, vengono assunti impropriamente, a dosaggi inadeguati o per cure troppo brevi, nella convinzione che possano guarire qualsiasi malattia in tempi record. Complici questi errori, alcuni ceppi batterici hanno messo in atto contromisure biologiche, come modificazioni genetiche o adattamenti biochimici, che li hanno resi invincibili. “Molti antibiotici tradizionali risultano ormai inefficaci perché i batteri hanno capito come sopravvivere nonostante l’azione di queste sostanze, quindi l’obiettivo è di usare nuove categorie di molecole che sconfiggano i batteri”, afferma Alberto Di Donato, coordinatore della ricerca insieme a Eugenio Notomista, dell’università Federico II di Napoli.  Ed è per questo che, grazie a un nuovo studio realizzato dai ricercatori del MIT dell’ateneo partenopeo, si può parlare di ‘antibiotici del futuro’. (Continua a leggere dopo la foto)



L’organismo umano produce, del resto, molte molecole ad azione antimicrobica che aiutano il sistema immunitario a respingere le infezioni. I ricercatori, però, hanno scoperto che anche altri composti chimici presenti nell’uomo possono avere le stesse funzioni: i peptidi antimicrobici –  presenti in quasi tutti gli organismi viventi –  possono uccidere molti microbi, ma in genere non sono abbastanza potenti da agire da soli come antibiotici. Ma i ricercatori dell’Università Federico II di Napoli hanno evidenziato che frammenti di una proteina utilizzata per digerire il cibo nello stomaco possono uccidere i batteri della Salmonella e della Escherichia coli. Secondo gli esperti ‘basterà’ modificare i composti chimici per migliorare la attività antimicrobica: così, questi potrebbero essere in grado di sviluppare peptidi sintetici da utilizzare contro i superbatteri resistenti ai farmaci. (Continua a leggere dopo la foto)


Per trovare nuovi strumenti efficaci che annientino i batteri, gli studiosi si sono concentrati su sostanze auto-prodotte dall’uomo stesso e che, dunque, già assistono il sistema immunitario nell’attività di respingimento delle infezioni. Purtroppo queste sostanze non sono sufficientemente potenti per agire in autonomia: per questo motivo, Cesar de la Fuente-Nunez del Mit, uno degli autori, ha pensato bene di utilizzare la biologia sintetica per modificarli ulteriormente e renderli più efficienti. Come? I ricercatori hanno sviluppato un software che consente di esaminare la complessa composizione delle proteine e verificare che contengano dei composti chimici capaci di eliminare i batteri e sono state individuate 800 proteine con queste caratteristiche. È emerso che una di loro, attiva dentro lo stomaco, riesce ad abbattere tre tipi di batteri, la Pseudomonas aeruginosa, la Salmonella e l’Escherichia coli. (Continua a leggere dopo la foto)

 

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“Cominceremo dalle parti delle proteine che agiscono contro i batteri – spiega Alberto Di Donato -. Le modificheremo chimicamente per rendere le proteine più forti e potenti”. Si tratta, dunque, di procedimento molto simile a quello usato in passato per i farmaci: “Anche in seguito alla scoperta della penicillina la chimica è stata in grado di creare modelli della molecola differenti da quelli da cui si era partiti”.

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