Abuso di alcol, rapporti multipli, diete smodate, sarebbero questi i comportamenti più frequenti delle ragazze che hanno letto la trilogia di E.L. James Cinquanta sfumature, è quanto emerso da un articolo pubblicato dalla rivista Journal of Women’s Health e firmato, tra gli altri, da Amy E. Bonomi, studiosa della Michigan State University. Forti le conclusioni a due anni dall’uscita del tormentone erotico che uscirà anche al cinema nel 2015. Gli autori dello studio mettono le mani avanti: non si può stabilire un rapporto di causa-effetto tra la lettura del libro e i problemi del campione di donne intervistato secondo, ma «lo studio mostra intense correlazioni tra i rischi per la salute delle ragazze e il consumo di Cinquanta sfumature, una serie che ritrae la violenza contro le donne». 715 le giovani donne, tra i 18 e i 24 anni, interpellate da Bonomi e colleghi, un’età, come spiega la studiosa «in cui le ragazze si confrontano con nuove relazioni, sperimentando l’amore in modo più intimo e serio». Ma non è che le ragazze, certi problemi, li avevano già prima? Obiezione legittima. A quanto pare, se anche le ragazze avessero avuto problemi prima del libro, è molto probabile che essi si siano accentuati dopo. Che fare allora? Bandire la trilogia? No. Ma assicurarsi che i ragazzi, che tendono ad assorbire tutte le informazioni che ricevono, siano resi capaci di «sviluppare la loro capacità di analisi critica rispetto a questo tipo di prodotti».
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