Domenica Guardato, giovane mamma napoletana, ha avuto la conferma dell’autopsia che Fortuna, la sua bambina di 6 anni, che a giugno era precipitata dal balcone di un palazzo di Caivano, ha subito abusi sessuali. Esistono indizi che possano aiutare un genitore a capire che il figlio sta manifestando il suo disagio perché qualcuno sta abusando di lui o sta cercando di farlo? «I segnali, in gergo tecnico, vengono chiamati “indicatori” – spiega Giuseppe Maiolo, psicoanalista, docente di Educazione alla sessualità alla Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bolzano e autore del libro “Attenti al lupo cattivo – Riconoscere l’abuso e proteggere i bambini” (Edizioni Erickson). Cos’è la violenza sui minori? Come si possono riconoscere i segnali dell’abuso? Cosa si può fare per tutelare i bambini? Come ci si attiva, concretamente, quando si sospetta che un bambino venga maltrattato o abusato sessualmente? Strutturato in forma di domande e risposte, il libro di Maiolo getta luce su vari aspetti di un fenomeno diffuso più di quanto si creda, che oggi richiede l’impegno e la collaborazione di tutti. Porta l’attenzione sul mondo sommerso della violenza fisica e psicologica, sui fenomeni della pedofilia e dell’incesto, sull’abuso sessuale che sempre di più si compie tra le mura domestiche, nell’ottica di promuovere una nuova cultura dell’infanzia, attenta, rispettosa e solidale.
Maiolo nel suo libro elenca dieci possibili “indicatori” di abusi sui minori. Eccoli

1) Un bambino vittima di abusi è un bambino confuso, che non conosce le parole per raccontare quello che sta vivendo. Più è piccolo e più è privo di strumenti per capire quello che gli accade. Però ogni bambino ha un codice personale per esprimere il suo dramma: prima di tutto il cambiamento, improvviso.
2) Questo cambiamento può riguardare le sue funzioni biologiche più ordinarie: può iniziare a avere difficoltà a dormire in modo regolare o rifiutare il cibo. O, ancora, può cominciare ad avere strane paure.
3) Alcuni bambini mostrano cambiamenti di umore: passano da essere allegri e sereni a taciturni e depressi. Quelli più grandi, anche se fanno parte di un gruppetto di amici, possono cominciare a isolarsi e a rifiutare di vedere i compagni.
4) Possono dare segni di regressione alle fasi di sviluppo precedenti: ad esempio, possono tornare a bagnare il letto.
5) Alcuni bambini diventando o troppo aggressivi, in modo improvviso, oppure troppo buoni e remissivi.
6) Occhio ai disegni e al gioco: i piccoli che non esprimono a parole la loro rabbia possono avere l’impulso di disegnarla oppure raccontarla con giochi violenti sulle loro bambole e sui pupazzi.
7) Il disagio si può esprime anche seviziando gli animali domestici e provando un sottile piacere di fronte alla loro sofferenza.
8) A scuola possono essere meno concentrati e disinteressati a tutto. E peggiorare il rendimento.
9) Qualcuno mostra atteggiamenti seduttivi con gli adulti, oppure fa in modo di dimostrare di avere conoscenze precoci sulla sessualità degli adulti.
10) La violenza fisica lascia anche tracce visibili: il corpo racconta, ma gli adulti mettono in atto una specie di rimozione incredibile per nascondere a se stessi e agli altri ciò che sembra impossibile. Perché sembra impossibile che un bambino di pochi mesi, ad esempio, possa essere stato picchiato. Eppure è nel primo anno di vita che si compiono i gesti più violenti.
Nessuno di questi comportamenti indica con certezza che il bambino ha subito abusi. Altri disagi possono originare comportamenti simili che vanno sempre condivisi con uno specialista.