La pillola dei 5 giorni dopo? Si potrà acquistare senza ricetta (che invece ora serve). Anzi, è più corretto dire che l’Europa così ha deciso: basterà entrare in farmacia e chiedere. Ma in Italia non è scontato che la decisione venga adottata e diventi pratica: il fronte cattolico si è già scatenato. “È solo un aborto mascherato”, sostengono medici e farmacisti cattolici italiani. E altrove? In Francia, Inghilterra e Germania si preparano a partire a febbraio. Lì la disposizione di Ema, l’agenzia del farmaco europea, e della Ue, verrà recepita.
Ema ha stabilito di rendere più facile l’accesso a EllaOne (questo il nome commerciale, con ulipristal acetato quale il principio attivo) perché la pillola non ha effetti collaterali. Se assunta a gravidanza già iniziata, insomma, non provoca danni. In Italia, invece, le donne che vogliono prenderla devono fare il test per escludere che siano incinte. Così solo in 20mila l’anno scelgono EllaOne, mentre 320mila ricorrono alla pillola del giorno dopo.
Il produttore già sei mesi fa ha chiesto ad Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco) di togliere l’obbligo del test, ma l’agenzia ha risposto che, trattandosi di un aspetto eticamente rilevante, avrebbe girato il quesito al ministero. Quando Ema ha deciso di non prevedere più la prescrizione medica, l’Italia è stato uno dei pochi Paesi a votare no. Circostanza, quest’ultima, che dimostra quanto sarà accidentata la strada della pillola. E all’Aifa, infatti, prendono tempo e annunciano che la questione verrà sottoposta alla commissione tecnica.
Qual è la storia di EllaOne in Italia? L’8 novembre 2011 è stata pubblicata in Gazzetta ufficiale l’autorizzazione al commercio anche nel nostro Paese della cosiddetta pillola dei 5 giorni dopo. Il soprannome introduce la caratteristica principale del farmaco, ossia la capacità di impedire l’instaurarsi di una gravidanza se assunta fino a 5 giorni dopo il rapporto a rischio (120 ore dopo).
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