Stefano D’Orazio, lo storico batterista dei Pooh, è morto lo scorso anno a causa del Covid. Una scomparsa che ha lasciato attonito il mondo della musica e anche i suoi più cari amici, come quei Pooh che lo avevano accompagnato per 50 anni in carriera. E Roby Facchinetti, altro componente della band, ha voluto scrivere di suo pugno una lettera che ha pubblicato il Corriere della sera in cui ha ricordato l’amico. Insieme avevano scritto la canzone “Rinascerò, rinascerai”, l’ultimo successo in vita di D’Orazio per ricordare i morti di Covid.
Un pezzo nato dopo aver osservato la unga fila di bare trasportate dai militari. Immagini che hanno fatto il giro del mondo e che avevano particolarmente colpito Roby Facchinetti e Stefano D’Orazio. Ma i progetti in fieri, da parte del batterista erano tanti, compresa un’opera teatrale come “Parsifal”, scritta sempre assieme a Facchinetti e che probabilmente vedrà la luce nel 2022.
La morte di Stefano D’Orazio ha sconvolto sia la famiglia che milioni di fan cresciuti ascoltando i brani dei Pooh. E adesso a un anno dalla morte, Roby Facchinetti prende carta e penna e ha voluto ricordare a modo suo l’amico: “Eccoci qui, il sei novembre è arrivato. Non è un giorno normale per me – scrive il fondatore in una lettera pubblicata dal Corriere della Sera -. Ancora non mi sono abituato alla tua assenza, te l’ho già detto troppe volte”.
Le parole di Roby Facchinetti per l’amico Stefano D’Orazio sono strazianti: “Sono tanti i ricordi che affiorano, sai? Tanti momenti con i Pooh, l’ultimo periodo lavorando al nostro Parsifal, quando mi chiedevi: ‘Scrivi un brano alla Facchinetti, ci vuole una delle tue alzate d’ingegno, qui?’. Le lunghe chiacchierate e le tavolate dove tenevi banco fra racconti e battute, la tua fantasia e le nostre risate”. Quindi un pensiero molto privato: “Pensavo a quando mi aiutasti – tu solo – in un momento per me difficile, l’unica porta che allora trovai aperta fu la tua, e non so neppure se in quel momento ebbi la lucidità di ringraziarti. Lo faccio ora, so che hai capito di cosa sto parlando”.
Stefano D’Orazio era considerato il “collante” dei Pooh nonché l’anima più squisitamente “commerciale” di un gruppo diventato ben presto una fabbrica-azienda di successi senza tempo, ha lasciato un vuoto non colmabile: “Stefano manchi tanto, a me, ai tuoi amici per sempre, a chi ti ha conosciuto, ai fan che non perdono occasione per ricordarti, alla tua dolce Tiziana”. Tutto prevedibile, perché era “un’anima bella da conoscere e sentire vicina, un fuoco di idee che per raccontarti ci vorrebbero pagine e pagine”.