Il suo vero nome è Cecilia Cipressi, ma tutti la conosciamo come Syria. Figlia d’arte, ha iniziato la sua carriera nel 1995 ed ha conquistato tutti da subito, vincendo prima la manifestazione “Sanremo giovani” e vincendo l’edizione di Sanremo del 1996 nella categoria giovani. In uscita con un nuovo album, IO+IO, sotto etichetta Universal Music Italy (contenente una serie di sue vecchie canzoni in duetto con Noemi, Francesca Michielin e la cover di Io, te, Francesca e Davide di Ambra), Syria, al settimanale Grazia, in edicola questa settimana, ha affidato alcune confessioni sulla propria vita privata accanto al marito, il produttore Pierpaolo Peroni: “Io ogni tanto mi fermo, ma Pierpa, che ha 57 anni, no, non si ferma mai. Non credo ci sarà un momento in cui smetteremo di uscire. Se dovessi scegliere come morire, vorrei che fosse in un festival di musica elettronica”. La cantante, che sogna di ritornare a Sanremo, in poche didascaliche parole, ha tessuto una vera e propria dichiarazione d’amore al padre dei suoi due figli, Alice di 15 anni e Romeo di 4. (Continua a leggere dopo la foto)
“Stiamo insieme da 16 anni, non siamo perfetti, ma quando guardiamo indietro ci complimentiamo a vicenda. È un piacere stare insieme. Quando sono lontana da lui mi sento sola. Non potrei mai pensare alla mia vita con un’altra persona. Mi ha migliorata, mi ha insegnato il rispetto per il lavoro e la curiosità. Mi ha dato il ritmo della vita, educato alla profondità. Se oggi sono in grado di scegliere da sola, è anche grazie a lui”. La carriera di Syria ha ormai superato i vent’anni: cresciuta con la musica nel sangue, la cantante è sempre riuscita a tenere i piedi per terra, anche a Sanremo. (Continua a leggere dopo le foto)
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Non ha mai smesso di stupire e ha sempre saputo rimettersi in gioco, anche come DJ. Coerente e testarda, Syria non ha mai smesso di rincorrere i suoi sogni e continua ancora oggi a farlo, insieme a suo marito e ai suoi due figli, ai quali cerca di trasmettere la passione per la musica, ascoltando di tutto con loro. Perché alla fine, come è lei stessa a dire, sono loro che devono scegliere.