La famosa star trovata senza vita in bagno dagli amici. Una tragedia che potrebbe nascondere uno scenario preoccupante è quella della morte della famosa musicista. Il corpo della donna, 30 anni, è stato trovato nella tarda serata di giovedì 11 aprile. Stava trascorrendo la serata con alcuni amici. È andata in bagno e poco dopo chi era con lei l’ha trovata svenuta.
Con ogni probabilità si è trattato di un arresto cardiaco. Subito è stata portata in ospedale, ma non c’è stato nulla da fare. Come riportato dal Daily Mail la popstar è morta alle 23:17, circa un’ora dopo essere arrivata. L’annuncio della sua agenzia, Xanadu Entertainment: “Siamo qui per condividere notizie dolorose e strazianti. Park Bo-ram è morta improvvisamente nella tarda notte dell’11 aprile. Tutti gli artisti e i dirigenti di Xanadu Entertainment la piangono con grande tristezza. Il funerale si terrà dopo aver consultato la famiglia”.
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Il caso dei suicidi in Corea del Sud: cosa sta succedendo
Sulla morte di Park Bo-ram, star del k-pop, la polizia ha aperto un’indagine. Gli amici si erano preoccupati non vedendola tornare. Neppure la rianimazione cardio-polmonare ha potuto salvarle la vita. L’artista si era imposta all’attenzione dei media del paese nel programma “Superstar K2”. Nel 2014 era uscito il singolo “Beautiful”, che aveva debuttato al 19esimo posto della classifica annuale. I fan stavano aspettando il suo nuovo album, anticipato dal singolo “I Miss You” uscito pochi giorni prima della morte, il 3 aprile.
La morte di Park Bo-ram è solo l’ultima di una serie che riguarda i giovani artisti coreani. L’anno scorso era toccato al 25enne Moobin, membro del gruppo Astro, trovato morto nel suo appartamento. L’ipotesi più probabile è il suicidio. Due mesi dopo stessa sorte per il 23enne Choi-Sung-bong. Nel 2019 erano morti Sulli, attrice e cantante vittima di cyberbullismo e affetta da depressione, Goo-Ha-ra, componente del gruppo Kara e poi solista di grande successo e infine l’attore Cha-In ha.
Tra le cause di questa vera e propria piaga sociale c’è la pressione sociale che impone alle giovani star di costruire la propria immagine in ogni più piccolo dettaglio per farne dei modelli. L’obiettivo è raggiungere la perfezione, ma dietro questi giovani talenti si nascondono sfruttamento, stress, condizioni fisiche e psicologiche estreme. Un caso eclatante è quello che ha riguardato Lee Sun-kyun, star del film premio Oscar “Parasite”. L’attore 48enne non ha retto alla pressione mediatica dopo l’indagine che lo ha coinvolto per uso illegale di cannabis, reato che in Corea del Sud è punito con l’ergastolo.
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