Michele Merlo è il cantante morto a 28 anni all’ospedale Maggiore di Bologna a causa di una leucemia fulminante, che nel giro di poche ore ha provocato un rapido peggioramento delle condizioni di salute del ragazzo, colpito da un’emorragia cerebrale e operato. Sarà l’autopsia disposta sul corpo dell’artista a svelare se il ragazzo si poteva salvare.
Come scrive Il Resto del Carlino, il medico legale Matteo Tudini darà il via all’esame autoptico sul corpo di Michele Merlo che fornirà elementi aggiuntivi per risolvere il dubbio su eventuali o meno negligenze nei soccorsi a Merlo. Nel frattempo è stato aperto dal procuratore capo Giuseppe Amato un fascicolo per omicidio colposo, al momento senza indagati, dopo che i genitori del ragazzo avevano deciso di denunciare la situazione, chiedendo un’indagine interna all’Ausl e rinviando i funerali di Michele Merlo.
I genitori del ragazzo fanno riferimento alla visita cui è stato sottoposto lo scorso 2 giugno quando Michele Merlo si era recato al Pronto soccorso di Vergato presentando sintomi di febbre alta, mal di testa e sangue dal naso, oltre a un grosso ematoma sulla gamba. In seguito veniva indirizzato alla guardia medica e nell’arco della stessa giornata veniva dimesso in seguito al riscontro di “un quadro patologico dell’apparato faringeo e la prescrizione di un antibiotico”.
La pm Elena Caruso, che si occupa del fascicolo, dovrà accertare se “vi sia stato un trattamento sanitario adeguato” e stabilire l’esistenza di una eventuale “negligenza o imperizia” da parte di qualche sanitario. “Gli hanno spiegato che non poteva intasare il pronto soccorso”, aveva protestato Domenico, il padre di Michele Merlo dopo la morte del figlio. Le condizioni del cantante sono rapidamente peggiorate fino alla chiamata al 118 del giorno dopo, quando si trovava a casa della sua compagna.
Nel viaggio verso l’Ospedale Maggiore di Bologna, dove è stato poi operato d’urgenza, “Uno dei soccorritori – si legge dall’esposto – accusava Michele di aver fatto uso di droghe, nonostante Luna (la fidanzata) negasse categoricamente. Addirittura il predetto la costringeva a guardare Michele perché doveva vedere come si riduceva chi fa uso di droghe”. In seguito a questi elementi emersi, il medico del 118 in questione è stato sottoposto ferie forzate per alcuni giorni.