Lavoro in nero, Jovanotti risponde alle accuse. Non bastavano le accuse degli ambientalisti, recentemente il Jova Beach Party è finito nel mirino di un altro attacco. Pare che alcuni facchini che hanno contribuito all’organizzazione del festival non avessero dei contratti regolari. Stavolta però Lorenzo Cherubini ha deciso di fare chiarezza con un messaggio insieme a Maurizio Salvadori, col quale ha preparato l’evento.
Tutto è nato da un controllo dell’ispettorato del lavoro in un cantiere a Lido di Fermo. Sarebbe emersa la posizione irregolare di diciassette facchini. È stata quindi disposta la sospensione dall’attività dei diretti interessati oltre ad alcuni provvedimenti nei confronti delle quattro ditte collegate. In una diretta Instagram Jovanotti ha voluto prendere posizione di fronte a queste notizie.
Accuse di lavoro nero, le parole di Jovanotti
Jovanotti ha prima affermato che la piaga del lavoro nero è una questione seria e poi ha chiarito: “Io lavoro con Maurizio Salvadori di Trident dal 1988, abbiamo fatto qualsiasi cosa e non c’è mai stata una contestazione sul piano delle leggi del lavoro”. Poi ha passato la parola a Salvadori che ha parlato delle difficoltà a reperire lavoratori per l’evento.
“Questo perché dopo tre anni di Covid – le parole del manager – la metà dei facchini specializzati ha cambiato lavoro e per trovare i 700 facchini che ci servono su ogni tappa dobbiamo farli arrivare anche da 200-300 chilometri, con 7-8 società diverse che ce ne mandano 10 o 20 ognuna. Ma le conosciamo da anni. Non esiste che al Jova Beach ci sia un lavoro in nero. Al massimo abbiamo avuto qualche infrazione formale”.
In breve tempo, a quanto pare, la situazione è stata sistemata dalle ditte interessate: “Nel giro di 12 ore, dalla sera alla mattina, sono risultate a norma e infatti stanno ancora lavorando. Anche i 17 lavoratori che erano “in nero” sono qui che stanno lavorando”. Jovanotti ha anche accusato le agenzie di stampa ‘colpevoli’ di aver fatto uscire la notizia alle sette di sera: “È fatta apposta per non darti il tempo per replicare, è un messaggio, un killeraggio, un modo per provare a farti male”.
Infine Jovanotti ha risposto anche alle accuse degli ambientalisti: “Jova Beach Party non mette in pericolo nessun ecosistema. Non devastiamo niente. Anzi, le spiagge le ripuliamo e le portiamo a un livello migliore rispetto a quando le abbiamo trovate e questo ce lo riconoscono tutte le amministrazioni locali. Jova Beach è un lavoro fatto bene. Se non pensate che sia fatto bene venite a verificare, eco-nazisti che non siete altro”.
“Ma che fa?”. Jova Beach Party, il gesto improvviso di Jovanotti fa impazzire tutti