Il suo genere, i suoi testi possono piacere o no. Ma nessuno può mettere in discussione il successo mondiale di Laura Pausini. Che non è solo il “facile” Sudamerica delle grandi comunità italiane e comunque più abituato a canzoni che raccontano l’amore, le sue gioie e il suoi momenti neri. La cantante romagnola spopola ovunque, da perfetta rappresentante del made in Italy in note. E gira su questo l’intervista che ha rilasciato alla Stampa nella quale si parla delle prossime “mosse” internazionali. Nel 2015 i suoi concerti cercheranno di conquistare l’Australia e la Russia, appuntamenti che «incuriosiscono anche me. Tra l’altro non so ancora in che lingua canterò: a volte mi capita di decidere lì sul momento, a seconda di come reagisce il pubblico. Il record è stato New York, dove le ho utilizzate tutte e cinque». Laura sempre più “globalizzata” con una sfida che lei stessa annuncia, anzi due, cantare in cinese e giapponese: «Mi hanno fatto ascoltare i miei pezzi cantati in cinese, sono bellissimi. Ora però li voglio cantare io».