Kurt Cobain non si è suicidato. È la nuova ipotesi che emerge su un nuovo documentario dedicato proprio al leader dei Nirvana, trovato senza vita nell’aprile 1994. L’ex capo della polizia di Seattle Norm Stamper, lo stesso che allora indagò sulla morte di Cobain, nel film diretto da Benjamin Statler ‘Soaked in Bleach’, sostiene che il caso andrebbe riaperto e le circostanze della sua uccisione chiarite una volta per tutte.
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Secondo Stamper, riporta Alternative Nation, ”allora c’erano persone che avevano un motivo per vederlo morto” e che è compito della polizia scoprirlo perché se ”Kurt Cobain fosse stato ucciso, e non si fosse suicidato, allora per la polizia sarebbe una vergogna non averlo provato”. E poi aggiunge: ”Se non siamo riusciti a dimostrarlo la prima volta sarebbe maledettamente meglio farlo la seconda. E giuro che se fossi ora il capo della Polizia è quello che farei”.
Nel frattempo la moglie di Cobain, Courtney Love, ha agito per vie legali affinché il documentario non venga trasmesso. A suo avviso sarebbe diffamatorio, ma un portavoce ha subito ribattuto che ”alla Love evidentemente non piace che si parli di riapertura delle indagini sulla morte di Kurt”.
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