Da “ragazzini cicciottelli” come tanti altri, a star mondiali. Loro sono Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble, 61 anni in tre, tutti originari di piccoli paesi (i primi due siciliani, il terzo abruzzese), figli di un carrozziere, un pizzaiolo e un operaio. Loro che, con Il Volo, hanno vinto il festival della canzone italiana e che ora si confessano a Vanity Fair, tra aspirazioni musicali e confidenze privati. “Il Grande amore? – dicono parafrasando il brano che li ha fatti trionfare sul palco dell’Ariston – Ancora lo cerchiamo”.
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Quando Justin Bieber, Céline Dion, Kanye West, hanno sentito il loro attacco, si dice abbiamo commentato: “What is this?”. Era il 2010, in studio si registrava “We are the world 25” for Haiti, e nessuno sapeva chi fosse “Il Volo” perché loro erano arrivati da poco arrivati in America. A maggio, porteranno il brano sul palco dell’Eurovision Song Contest a Vienna e già sono dati come vincitori annunciati. Michele Torpedine, il loro manager, è stato il primo ad accorgersi del potenziale dei tre ragazzini (allora avevano 15, 15 e 14 anni) che cantavano “O sole mio” a “Ti lascio una canzone”, il programma Rai di Antonella Clerici. Una settimana dopo il manager ha convocato i genitori e si è portato in Americai tre ragazzini. Cantano per Rania di Giordania, Bill Clinton, Alberto di Monaco) ma in Italia restano degli sconosciuti, fino a febbraio 2015, quando esordiscono a Sanremo.
E ora? Aspettando l’Eurovision Song Contest, cantano e hanno le stesse passioni dei coetanei. “Ora siamo tutti single. Io sono quello però che – rivela Ignazio – esce con le ragazze normali, sono da pantofole e televisione. Loro invece hanno sempre modelle e modelline, e non dite che non è vero”…
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