Un incidente stradale drammatico – era l’agosto del 1993 – e la vita che cambia per sempre. Ora, a 22 anni di distanza, Paola Turci racconta quell’esperienza nel libro “Mi amerò lo stesso”. “A superare il mio incidente, ci ho messo tutti gli anni da quando è successo”, racconta la cantautrice ospite di Verissimo. “Ho sempre nascosto la parte destra del mio volto, quella dove ho 100 punti.
Poi sai con la maturità, i cinquant’anni, le rughe forse tutto comincia ad essere più accettabile”. Da allora, la Turci non si è sentita più brutta: “Proprio il giorno dell’incidente, mentre ero in un ospedale di Cosenza, ho letto un articolo su un giornale dove c’era un articolo con una mia foto: mi sono vista per la prima volta bella. E da quel giorno ho giurato di non dirmi più che ero brutta”. (Continua dopo la foto)

Il trauma è stata un’occasione di rinascita. “L’incidente mi ha aperto un lato nuovo, ho ritrovato ad esempio l’aspetto ironico che avevo dentro. E quindi, quando mi sono ritrovata con questa macchina capovolta, mi è venuto paradossalmente da ridere per la felicità delle mie paure di prima e che sembravano adesso così lontane”. Ma non solo: ha anche scoperto la fede: “Mi sono ritrovata a Lourdes, da atea, profondamente atea. Quando mi hanno detto di andare a messa ho detto lasciate perdere, non fa per me. (Continua dopo la foto)

E invece lì è cominciato qualcosa di inspiegabile: non ho avuto visioni, ma mi sono bagnata nell’acqua e ho sentito qualcosa. Questo è un altro di quei temi che ho fatto sempre difficoltà a confessare: oggi io credo, anche se non vado a messa, non pratico, ma credo”. (Continua dopo la foto)

Al ritorno da quel viaggio, nuove complicazioni: “Ho avuto un momento di cecità, che è durato quasi un mese. Poi mi sono informata e ho saputo della storia di San Paolo: ho fantasticato su possibili similitudini con l’illuminazione di Paolo. E io mi chiamo Paola. Insomma, da quel momento ho sentito di credere”.
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