“Il dolore me lo porto appresso, fuggire non serve a nulla se l’animo è lo stesso” canta Marco Richetto, in arte Rayden. Il concetto lo ha ripreso da Seneca, uno dei tanti autori classici dai quali trae ispirazione per il suo rap. Ha una passione per i francesi dell’ 800: “Il più rap è Balzac perchè usa tanti aggettivi. Anche a me piace colorare le mie espressioni senza renderle tanto sintetiche…”, spiega in un servizio di Repubblica TV. E la sua poetica è vicina a quella di Baudelaire: “La maggior parte di miei testi sono tristi e riflessivi. È un po’ la metafora dei Fiori del Male: portare attraverso la sofferenza a qualcosa di creativo e costruttivo”.