Una serie di foto pubblicate su Instagram insieme al marito Kurt Cobain ed alla figlioletta, ed una frase: “Sono così triste. Nostra figlia ora è grande. Ti guardo, Kurt, e mi chiedo a cosa diavolo stessi pensando. Dio come mi manchi”, che però non ha avuto l’effetto sperato. Tanto che c’è stato chi è c’è andato giù pesante chiedendo addirittura la riapertura del caso Cobain: “Sapevi e non hai detto nulla, per una volta di la verità”. I fan dell’ex front man dei Nirvana morto suicida a 27 anni nel 1994 infatti continuano a ritenere in qualche modo responsabile Courtney Love, spingendosi addirittura ad ipotizzare un complotto, una messa in scena meglio, che ha coinvolto Cobain. Teorie che per lungo tempo sono corse nelle menti di molti. L’ultimo caso è quello del documentario “Soaked in Bleach” di Benjamin Statler, ma gli avvocati della Love hanno già respinto le accuse giudicandole diffamatorie. Storia vecchia comunque visto che già nel 1998 Nick Broomfield realizzò un documentario:”Nick and Courtney” in cui proponeva un’altra versione dei fatti, con i due vicini al divorzio e la moglie che teme di essere diseredata e per questo per 50mila dollari assolda un ex musicista di Los Angeles per uccidere Cobain. Molte in effetti sono le incongruenze sottolineate dai fan,dalla scarsa presenza di sangue rispetto a quanto ci si aspetterebbe da un suicidio da arma da fuoco, alla quantità di eroina ritrovata nel corpo del leader dei Nirvana, tre volte superiore alla dose letale, cosa che renderebbe difficile immaginare che abbia avuto la forza di imbracciare un fucile. Anche la lettera d’addio sembra scritta da mani diverse. Insomma, una serie di conti che non tornano, più legate alla tristezza per non aver ancora metabolizzato la morte di un cantante così amato però che altro.
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