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Ricordate i Lunapop? Solo ora Cesare Cremonini svela tutto: “Perché ci siamo sciolti”

“Ma quanto è bello andare in giro con le ali sotto i piedi?”. Alzi la mano chi non ha mai cantato questa canzone! Semplicemente impossibile, ammettetelo: anche adesso lo avete letto cantando. Bene, piano con l’euforia perché adesso vi sentirete tutti molto “anziani”: questa canzone è di venti anni fa! Era infatti il 1999 quando i Lunapop scalarono le classifiche musicali con 50 special. Un vero successo che ha accompagnato tanti di noi.

Oggi, a così tanti anni di distanza, Cesare Cremonini, leader di quel gruppo, ripercorre la loro storia, i loro successi e, soprattutto, il motivo per cui è finito. Formatosi a Bologna proprio a fine millennio, sono durati pochissimi anni: fino al 2002. A guardare bene il passato, i Lunapop hanno pubblicato solo un album: …Squérez?, pieno però di grandissimi successi: “Un giorno migliore”, “Qualcosa di grande”, “Resta con me”. Continua a leggere dopo la foto.


Oggi Cesare Cremonini, in un’intervista su 7, l’inserto settimanale del Corriere della Sera, ha raccontato quel periodo, quella storia e, soprattutto, la fine di quel progetto. La band era formata, oltre a lui, da Gabriele Gallassi, Alessandro De Simone, Lorenzo Benedetti, Andrea Furlanetto e per anni si è parlato di una spaccatura interna. Ma la verità è un’altra. “I Lùnapop si sciolsero perché le regole che tenevano in piedi un progetto musicale composto da ragazzi così giovani erano regole strane, utili ma molto difficili”. Continua a leggere dopo la foto.

“La prima era: i genitori fuori dalle scatole. La seconda: possibilmente anche le fidanzate. Regole impossibili da rispettare per ragazzi tra i diciassette e i diciotto anni, tutti di famiglie borghesi – ha raccontato Cesare Cremonini – Figli della Bologna che coltivava il valore della famiglia, quindi del condividere la vita dei figli. I Lunapop diedero vita ad un progetto che ebbe un successo straordinario. Ancora oggi l’ultimo grande successo della musica italiana, dal punto di vista discografico”. Continua a leggere dopo la foto.

“Nel momento in cui si ruppero questi equilibri, queste regole divennero impraticabili, non era più pensabile poter continuare. Non sono solito scrivere canzoni con degli avvocati, né confrontarmi su scelte artistiche con dei genitori. Noi, eravamo riusciti ad essere totalmente autonomi dalla discografia”. Un’intervista, quella di Cesare Cremonini, toccante e commovente: “I Lùnapop erano una licenza, come me ora. Cioè si crea qualcosa, in piena libertà, che poi viene consegnata all’industria. Tolta questa regola, cioè la totale autonomia creativa, il mio mestiere non è più praticabile”.

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