Bohemian Rhapsody dei Queen compie 40 anni. Fu pubblicata il 31 ottobre del 1975 ma le registrazioni iniziarono al Rockfield Studio 1, vicino Monmouth, in Galles, il 24 agosto 1975, dopo tre settimane di prova a Herefordshire. Inizia con quattro volti immersi nel buio che cantano all’unisono “Questa è la vita vera? O è solo fantasia?”. E rimane uno dei misteri ancora insoluti della storia della musica.
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A quarant’anni di distanza ancora ci si interroga sul significato del testo e, anche se per molti rappresenta il coming-out di Freddy Mercury, nessuno dei membri ha mai voluto svelare l’enigma. “Bohemian Rhapsody”, tratto dal quarto album “A Night at the Opera”, si rivelò – come ricorda Tgcom – un successo immediato nonostante la struttura musicale atipica. Manca infatti il ritornello e la band inglese mescola in una manciata di minuti generi molto diversi tra loro: canto a cappella, ballata, assolo strumentale, musica d’opera e hard rock. Anche la clip (una delle prime a scopo promozionale) è diventata un cult nel genere, grazie all’ambientazione onirica e ad un linguaggio visivo inedito per l’epoca.
Diretto da Bruce Gowers, il video si apre con Freddy Mercury, Brian May, Roger Taylor e John Deacon che cantano a cappella immersi nel buio. Un’immagine che rimanda alla copertina del loro secondo album Queen II e che viene citata altre volte nel corso del brano. Pionieristici anche gli effetti speciali, tutti realizzati il fase di registrazione grazie a lenti e filtri. Secondo Lesley-Ann Jones, biografa di Mercury, la canzone è la sua dichiarazione di omosessualità. Intervistato dall’autrice nel 1986, Mercury non lo ammise. Disse che era un testo che parlava di relazioni, restò vago. La religione della sua famiglia, lo zoroastrismo, non accetta l’omosessualità e non bastò un palco a rendere meno potente e dolorosa la sua lotta. Ma dopo la morte, Jones ebbe la conferma dal compagno di Mercury, Jim Hutton.
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