Dici Bob Dylan e ti si apre un mondo: cinquanta anni di melodie che hanno fatto innamorare, sognare, cantare. Generazioni e generazioni. Una carriera, quella di Dylan, cominciata agli inizi degli anni ’60 con nottate di blues nei folk club del Greenwich Village. Poi arriva il 1967, Bob Dylan si chiude in una casa di West Saugerties, vicino a Woodstock e, insieme a Robbie Robertson e The Band, incide, oltre cento canzoni tra traditional blues, folk, country e brani originali. Poi nel 1975 viene pubblicato l’acclamatissimo The Basement Tapes, uno dei dischi più importanti, che contiene solo 24 pezzi. E tutti gli altri testi non musicati? Regalati. Da poco. Non a uno qualunque, ma al produttore e chitarrista T Bone Burnett. E ora il fortunato li ha arrangiati, ricostruiti e trasformati in canzoni insieme con un supergruppo folk formato da Elvis Costello, Marcus Mumford, Jim James, Rhiannon Giddens e Taylor Goldsmith. Risultato: il primo dei due dischi previsti, Lost On the River: The New Basement Tapes, nuova celebrazione dell’epopea dylaniana. Esce a novembre, il 10 per la precisione. Nel frattempo Bob Dylan che fa? Forse scrive nuovi brani puntando ad altri Grammy. Di sicuro è impegnato nel suo infinito tour. Di sicuro dipinge molto, espone i suoi quadri e costruisce cancelli in ferro battuto. Beh, che c’è? I cancelli artigianali sono una delle sue più grandi passioni.