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Tutti conoscono Rosita e Rosalinda, pochi invece Giacomo, il figlio maschio di Adriano Celentano e Claudia Mori. È sempre rimasto lontano dai riflettori, eppure anche lui ha intrapreso la carriera artistica. Ecco la sua storia

  • Musica
adriano celentano figlio

Tutti conoscono Rosita e Rosalinda Celentano, le figlie di Adriano Celentano e Claudia Mori. Pochi, invece, sanno dell’esistenza di un altro figlio, Giacomo, che è nato nel 1966, un anno dopo Rosita e due anni prima di Rosalinda. Ha 50 anni e a differenza delle ben più famose sorelle, vive lontano dai riflettori. Eppure anche lui ha intrapreso la carriera artistica, che è iniziata nel 1989 come cantautore di musica cristiana ma ha dovuto fare i conti con i problemi di salute. Nel 1990, quindi quando la sua carriera era appena agli inizi perché aveva da poco pubblicato l’album ‘Dentro il bosco’, il figlio maschio del Molleggiato ha perso la capacità toracica.

”Ebbi un problema respiratorio – ha raccontato in un’intervista a Tempi.it – Pareva una cosa da nulla, invece fu una rivoluzione per la mia vita. Smisi di fare ciò che volevo: cantare. Gli esami clinici dicevano che ero in perfetta salute, eppure l’insufficienza respiratoria continuava. Lasciai lo sport e cominciai a non uscire più di casa, mi allontanai da tutto. Ero diventato un vegetale. Mi abbandonarono gli amici, la fidanzata e anche mio padre non capiva”. (Continua a leggere dopo la foto)

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Come però sottolinea lo stesso Giacomo nel libro ‘La luce oltre il buio’, che ripercorre le tappe di questa sua esperienza traumatica, non ha mai dato la colpa ai suoi familiari per come sono andate le cose. La risalita? È avvenuta grazie alla fede in Dio. Due anni fa è uscito il suo secondo libro ‘Nel nome del padre’: ”L’editore, Piemme, mi ha invitato a farlo dopo la pubblicazione del mio primo libro La luce oltre il buio – racconta sempre a Tempi.it -. Ho accettato, perché in questa società la figura paterna è in crisi”.

“Oggi ci fanno credere che bastano la mamma e il figlio per formare una famiglia. Io non sono assolutamente d’accordo con queste visioni, e tanto meno con l’ideologia gender. La realtà è stata creata da Dio, l’unico modello valido per me è il Suo: l’uomo e la donna che unendosi generano figli. Nel libro lo spiego parlando di Dio padre, di papà Adriano e di me come padre di Samuele”. (Continua a leggere dopo le foto)

Oggi Celentano junior è un marito e padre felice. Dopo 5 anni di castità ha sposato Katia che 11 anni fa ha dato alla luce il loro figlio Samuele. Con la sua famiglia d’origine ci sono stati screzi ma oggi vanno d’amore e d’accordo. Con papà Adriano il rapporto si era incrinato quando scoprì di essere malato. ”Mio padre non capiva – dice Tempi.it – Finché un giorno mi disse: ‘Vivrò solo per curare te’. Mi sentii oppresso e scappai ad Asiago, dove mi ospitò un prete. Dopo poco trovai lavoro”.

“Un giorno – prosegue -, era ormai il 1993, una inserviente di zia Anna mi invitò a Roma. Dopo due giorni, senza avvisarmi, arrivò mio padre che mi abbracciò. Fui sorpreso, ci riconciliammo e mi spinse a decidere che fare della mia vita”. Per 7 anni Giacomo ha sofferto di ansia, che si manifestava attraverso l’insufficienza respiratoria come ha poi scoperto, ”ma con il tempo, più mi avvicinavo a Dio, più l’ansia scompariva. La grazia di questa lenta ma completa guarigione diede forza alla mia fede. E così tornai a cantare”. (Continua a leggere dopo la foto)

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Giacomo Celentano ha anche scritto un brano che si intitola “Fine del mondo”, una sorta di provocazione per la profezia dei Maja: “Affronto questa tematica della fine del mondo (che ovviamente ci sarà), ma nessuno sa, quando avverrà – si legge in un’intervista a cristianitoday.it -. Solo il Padre Celeste sa quando sarà. Addirittura nel Vangelo, c’è scritto che neanche il Figlio sa quando la fine avverrà.Io ho voluto affrontare questa profezia dei Maja, sulla fine del mondo, in maniera evangelica. Per far capire che, l’importante è la sequela di Cristo ogni giorno che deve essere il nostro impegno quotidiano. Pregando, passano anche le paure del futuro. L’importante è vivere bene l’oggi. Vivere da cristiano, da Santo, perché Dio ci chiama tutti alla santità, anche se non è facile, però dobbiamo tendere alla santità”.

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