Una banca dati degli stupratori. A chiederlo, a gran voce, è Gabriella Carnieri Moscatelli, presidente di Telefono Rosa, commentando all’Adnkronos i dati dell’inchiesta sulle violenze sessuali. Moscatelli sottolinea che “nel Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere del Dipartimento per le pari opportunità sarebbe opportuno affrontare il tema in modo serio, con la creazione di una banca dati specifica per gli stupratori, e mettere fine a un ritardo dell’Italia rispetto ad altri Paesi europei”.
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Per il piano sono previsti 30 milioni di euro per il triennio 2013-2015 per progetti territoriali, di formazione degli operatori e interventi a favore delle vittime, in questo senso “sarebbe necessario destinare una percentuale dei 2 milioni di euro previsti per la banca dati alla realizzazione di un registro dei Dna degli stupratori”. Moscatelli, alla guida dell’associazione di volontarie che da 28 anni lavora in difesa delle donne vittime di violenza, propone di ‘ispirarsi’ all’esperienza della Francia che da anni ha adottato tale registro. Se resta da risolvere il tema in chiave normativa “i dati verrebbero comunque gestiti dal Ministero di competenza senza violazioni di privacy”, per la presidente di Telefono rosa “non bisogna ritenere eccessiva la spesa della creazione del registro dei Dna quando ben più si spende con la presa in carico dello stupratore (processo, detenzione, etc) e il sostegno alla vittima, la quale da un’esperienza simile ne esce devastata”. Questo registro “potrebbe velocizzare l’individuazione dello stupratore e quindi, conclude, proteggere maggiormente tutte le donne”.
Caffeina news by AdnKronos
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