Fissata la base d’asta della villetta di Cogne nella quale si consumò il delitto del piccolo Samuele Lorenzi nel gennaio del 2002. Si parte da 626 mila 475 euro, mentre il valore stimato è di 835 mila 300 euro (950 mila 367 euro a cui sottrarne 115 mila per regolarizzare “difformità edilizie”). L’apertura delle offerte per l’acquisto dell’immobile si terrà il prossimo 19 febbraio. Come si legge nella perizia, si tratta di una “villa di pregio isolata su quattro lati” e “bifamiliare”: le due unità immobiliari “sono utilizzate dai proprietari quale seconda casa”. Inoltre “il fabbricato, nel suo complesso, risulta in ottime condizioni generali”.
Per ciò che riguarda la “stima dei costi di regolarizzazione” si tiene conto della mancanza di “comunicazione di fine lavori”, del “certificato di abitabilità” non richiesto, di una diversa suddivisione dei locali nel sottotetto e in un deposito interrato (entrambe sanabili) e di una scala in legno – tra il primo piano al sottotetto – da rimuovere (era prevista una botola). (Continua dopo la foto)
La villetta è al centro di un contenzioso tra i coniugi Lorenzi e l’avvocato Carlo Taormina. Infatti Annamaria Franzoni, che è stata condannata per l’omicidio del figlio, deve al legale una somma di oltre 275 mila euro per il mancato pagamento degli onorari difensivi, divenuti circa 450 mila nell’atto di pignoramento. Un mese fa il tribunale di Aosta ha disposto la vendita dell’immobile, dopo aver respinto, a settembre, le richieste di sospensione dell’esecuzione immobiliare da parte dei coniugi Lorenzi. (Continua dopo la foto)
Gli avvocati della Franzoni e del coniuge Lorenzi, Maria Rindinella e Lorenza Parenti, ritenevano che la villetta non potesse essere oggetto di pignoramento perché sita in un fondo patrimoniale, che era stato costituito 11 anni fa, nel 2009. Il giudice ha rigettato questa tesi perché questo fondo è da collegare alla vicenda processuale della donna, che visto il suo stato, non poteva assolutamente occuparsi né dei bisogni materiali né di quelli morali riguardanti la sua famiglia. (Continua dopo la foto)
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La villetta è tristemente famosa perché teatro dell’omicidio del piccolo Samuele. Annamaria Franzoni è stata condannata a 16 anni per quel delitto. Dopo poco più di dieci anni, e dopo un periodo trascorso ai domiciliari a Ripoli, sulla montagna bolognese, è tornata una donna libera. La donna era uscita dal carcere nel giugno del 2014 per scontare il resto della pena ai domiciliari, qualche mese prima era stata ammessa al lavoro esterno in una coop sociale e aveva già avuto alcuni permessi per passare periodi a casa con il marito e i due figli. Il più piccolo è nato un anno dopo l’omicidio.
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