Jan Robbert Bijlsma, toccata (con distruzione al seguito) in Italia e fuga. L’olandese di 21 anni è uno dei tifosi del Feyenoord arrestati dalla polizia e rispediti in Olanda dopo aver patteggiato la condanna, aver preso un daspo e pagato 45 mila euro per evitare il carcere. Già, se ne è tornato a casa in un batter d’occhi senza colpo ferire. Lui, piccolo imprenditore edile, è venuto a Roma, ha deturpato uno degli angoli più belli della Capitale, e nel giro di due giorni se ne è tornato a casa senza nemmeno un pizzico di vergogna o pentimento.
“Non c’è problema, pago ed esco”, avrebbe detto noncurante e con spocchia ai poliziotti che lo avevano portato in tribunale dopo una notte in camera di sicurezza. Appunto, nessun problema a pagare. Come lui, l’hanno fatto in altri sei. Fra loro un paio di giovani manager di compagnie di taxi ed e-commerce, studenti, operai generici. Molti degli hooligan che hanno devastato il centro di Roma appartengono a qualcosa di più della working class europea.
È vero, fra i sei arrestati di piazza di Spagna – tuttora in carcere, come ricorda il Corriere della sera – ci sono pregiudicati e spacciatori di droga, ma fra i 23 bloccati prima di loro dalla polizia spiccano gli insospettabili. Tutti accomunati, anche dal desiderio di appartenere alla nuova ondata di hooligan olandesi.
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