Un’escursione in alta quota che, da Chamonix, doveva condurli a Zermatt, percorrendo quella che viene definita “la regina delle traversate di scialpinismo”, si è trasformata in tragedia, in territorio svizzero, domenica per un gruppo di 14 alpinisti. Di nazionalità italiana, francese e tedesca. Il bilancio sale a 5 morti. Si tratta di Elisabetta Paolucci di 44 anni, insegnante di scuola superiore ed esperta alpinista; Marcello Alberti, di 53 anni, commercialista; e di sua moglie Gabriella Bernardi di 52 anni, responsabile risorse umane alla Thun da sei anni. La guida alpina Mario Castiglioni da alcuni anni viveva in Canton Ticino assieme alla moglie di origini bulgare con la quale organizzava escursioni in montagna: anche lei, Kalina Damyanova, nata e cresciuta in Bulgaria, e ora titolare col marito dell’agenzia Mlg Mountain a Chiasso, era parte della spedizione. Ma non si conoscono le sue condizioni di salute. Sta bene invece Tommaso Piccioli, amico dei tre bolzanini, di cui pure non si avevano notizie da lunedì sera. Rimangono altre quattro persone in gravi condizioni, ricoverate nei nosocomi della zona. (Continua a leggere dopo la foto)
Due comitive di dieci e quattro escursionisti di varie nazionalità, tra cui anche tedeschi e francesi, sono cadute nella trappola di una violenta tempesta in alta quota, prevista dai bollettini meteo. Si trovavano nella zona della Pigna d’Arolla, a oltre 3.000 metri lungo il percorso della Haute Route, un itinerario scialpinistico molto frequentato in queste settimane che collega Chamonix, ai piedi del Monte Bianco, con Zermatt, sotto il Cervino. Erano attesi domenica notte al rifugio Des Vignettes, ma non ci sono mai arrivati. Quando i soccorritori sono arrivati sul posto si sono trovati davanti una scena terribile. Gli alpinisti erano morti assiderati. L’alta via Chamonix-Zermatt è considerata una delle «regine» delle traversate sci-alpinistiche. Diverse associazioni di guide alpine la propongono agli alpinisti esperti. (Continua a leggere dopo le foto)
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È particolarmente impegnativa per la sua lunghezza (180 chilometri), per il fatto che si svolga in quota e per i dislivelli quotidiani che si devono affrontare in un percorso che dura alcuni giorni. Senza punti di riferimento, hanno passato la notte a poche centinaia di metri dal rifugio, ”a cinque minuti con gli sci”. A dare l’allarme sono stati Tommaso Piccioli e un’altra escursionista tedesca, che all’alba hanno avvistato due sciatori e hanno attirato la loro attenzione. I soccorritori, arrivati in quota con il supporto di ben sette elicotteri, raccontano che le condizioni meteo erano pessime, con la temperatura sotto i cinque gradi, raffiche di vento che hanno raggiunto i 79 chilometri orari e precipitazioni nevose.