Tutti abbiamo ancora nella mente le terribili immagini dell’incidente che ha coinvolto un autobus a Mestre, causando la morte di 21 persone. Tra le vittime anche l’autista Alberto Rizzotto e proprio su di lui sono emerse delle notizie nelle scorse ore e che potrebbero fare luce sulle cause del sinistro. I fatti risalgono al 3 ottobre, quando il pullman è precipitato giù dal cavalcavia Superiore di Marghera, causando una vera e propria strage.
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Oltre all’inevitabile dolore, gli investigatori stanno provando a fare definitiva chiarezza sulle cause dell’incidente dell’autobus che ha sconvolto non solo Mestre ma tutta l’Italia. Sul cadavere dell’autista Alberto Rizzotto è stata effettuata l’autopsia, i cui risultati finali forniranno certamente preziose informazioni. Ma adesso è venuto fuori qualcosa di molto importante, che potrebbe far comprendere tutto.
Incidente autobus a Mestre, la notizia choc sull’autista Alberto Rizzotto
I primi risultati venuti fuori comunque dall’esame autoptico avevano fatto riferimento all’assenza di fattori che potessero far immaginare un malore improvviso. Le indagini sull’incidente dell’autobus di Mestre stanno continuando ad andare avanti, infatti la procura ha preso una decisione significativa. Sono stati richiesti altri accertamenti cardiaci e questa scelta è stata fatta per una motivazione ben precisa, dato che si è scoperto cosa sarebbe accaduto poche settimane prima del sinistro.
Laura Cameli, sostituto procuratore, ha deciso di incaricare la cardiologa dell’università di Padova, la dottoressa Cristina Basso, di effettuare altri esami sul cuore del conducente del pullman. Ci sarà una relazione che dovrà essere presentata entro il 10 gennaio 2024, stando a quanto rivelato dal sito Leggo. Ma perché c’è stata questa richiesta supplementare? Il motivo è semplice: alcune settimane prima dell’incidente Rizzotto era stato al pronto soccorso in più di un’occasione perché avrebbe avuto delle problematiche al cuore.
Ovviamente anche gli avvocati delle parti coinvolte, ovvero innanzitutto gli indagati Fiorese, Di Bussolo e Cesaro, che lavorano come ad di La Linea e in veste di tecnici del Comune, hanno deciso di affidarsi a propri consulenti. Medesima decisione è stata presa dall’avvocato della famiglia di Rizzotto.