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Tornado italiani nella lotta all’Isis. “L’Italia è in guerra?”

Quattro Tornado italiani per la lotta all’Isis. I quattro aerei non hanno ancora lasciato l’Italia e andranno a schierarsi in Kuwait, dove sono già operativi due velivoli senza pilota Predator e un aereo da rifornimento. L’obiettivo, dicono i militari, è quello di “potenziare il dispositivo già presente nel teatro operativo”. Dunque, i Tornado verranno utilizzati per voli di ricognizione e intelligence ma non parteciperanno ai bombardamenti sulle postazioni dell’Isis in Iraq e in Siria. Dalla base kuwaitiana di Ahmed Al-Jaber i nostri aerei, posti sotto il comando del Combined Air and Space Operations Center americano in Qatar, condurranno inizialmente solo missioni di ricognizione sul nord dell’Iraq, ma il loro successivo impiego in azioni di bombardamento non è escluso, come spiega l’Aeronautica militare. Come rileva il Fatto quotidiano, “i Tornado vanno ad aumentare il dispositivo Isr (Intelligence Surveillance Reconnaissance) finora basato sui soli droni Predator”, dichiara il colonnello Urbano Floreani, aggiungendo che “non è escluso che, se richiesto, vengano poi impiegati anche in azioni di attacco, come è avvenuto in Afghanistan”, visto e considerato che “stiamo parlando di velivoli multiruolo dotati di molte capacità operative”. Del resto è difficile immaginare che i nostri bombardieri, inviati al fronte su esplicita richiesta di Washington, vengano impiegati diversamente da quelli schierati nelle scorse settimane da inglesi, francesi, belgi, danesi, olandesi, australiani e canadesi: tutti hanno iniziato con missioni Isr per poi partecipare ai bombardamenti nel nord dell’Iraq e della Siria.

(continua dopo la foto)


Ed è bufera tra Movimento 5 stelle e governo. “A oggi – fanno sapere i grillini – la missione è composta da 400 uomini circa, 4 Tornado, 2 Predator e un numero imprecisato di armi e controcarro. Chiediamo che il governo venga a riferire quanto prima in aula affinché le Camere e tutte le forze parlamentari siano informate sul tipo di coinvolgimento del nostro paese all’interno della coalizione anti Isis”. Accusa dalla quale il governo si difende ricordando come davanti alle commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato lo scorso 16 ottobre, il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, dopo aver annunciato la partenza di circa 280 militari con il compito di addestratori, avesse annunciato che “è in fase di pianificazione l’invio di altri assetti pilotati per la ricognizione aere”.


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