La storia di Tiziana Cantone è stata raccontata da punti di vista differenti. Negli ultimi anni abbiamo conosciuto quello di sua madre, inedito è quello invece dell’ex fidanzato, Sergio Di Palo, che è a processo per calunnia, falso e accesso abusivo a dati informatici. Il 44enne napoletano fu ascoltato presso il tribunale di Napoli Nord nel novembre 2016 dopo la morte della 31enne che si suicidò impiccandosi nel garage di casa. L’incubo della giovane cominciò con a diffusione in Rete di video hot che dovevano restare privati. Sergio Di Palo raccontò ai magistrati la sua verità: di aver cominciato nel 2014 un rapporto con Tiziana Cantone, di averla presentata alla sua famiglia quando era in vacanza ad Ischia, di averci poi convissuto a Pozzuoli e di averla sostenuta nelle spese, concedendole l’uso di un’auto, di una carta prepagata e di una di credito «quando doveva fare qualche acquisto più importante». C’era dunque una relazione sentimentale fondata anche sulla fiducia materiale che però non era vista bene dalla madre di lei, Maria Teresa Giglio, diventata portavoce delle istanze di giustizia e verità della figlia dopo il suicidio. (Continua a leggere dopo la foto)
Era il 13 settembre quando la 31enne campana si tolse la vita perché non riusciva a reggere la vergogna di comparire protagonista inconsapevole di un video porno, probabilmente veicolato dal suo fidanzato del tempo, il quarantenne Sergio Di Palo, rinviato a giudizio lo scorso 19 luglio. Poco prima la Cantone aveva chiesto l’oblio, il cambio del nome e non li aveva ottenuti, perché per la legge italiana non era passato abbastanza tempo, e i fatti erano ancora di “interesse collettivo”. Aveva preteso il risarcimento da Google, Facebook, Yahoo, Youtube ecc e siti che avevano pubblicato la sua storia, dovendo poi pagare 20 mila euro di spese legali. ”Stai facendo un video? Bravo” questa frase, pronunciata dalla Cantone durante uno de sei filmati diffusi, è poi diventato un meme virale e da lì l’inizio della fine. (Continua a leggere dopo la foto)
A Cantone e Di Palo piaceva frequentare il mondo degli scambi di coppia, e in particolare declinarli nella sottospecialità “cuckold”, cioè “cornuto” (racconta lui di lei, fonte Fatto Quotidiano: ”Il suo modo di provocare mi piaceva e iniziammo il nostro ‘gioco”, ci iscrivemmo sul sitowww.lamoglieofferta.com. Il nostro nickname era coupleladywant, quello di Tiziana, Carla, il mio, Massimo”. Di Palo oggi ha 44 anni e non fa vita sociale dal 2015, dall’anno prima del suicidio di Tiziana. Da quando quei maledetti video iniziarono a circolare e divennero virali. Non era in aula qualche giorno fa, quando il Gip di Napoli Egle Pilla lo ha rinviato a giudizio per calunnia e accesso abusivo a sistema informatico, era presente solo il suo difensore, l’avvocato Bruno Larosa. (Continua a leggere dopo la foto)
{loadposition intext}
Vive chiuso in casa, senza fare niente. Con un appannaggio di 5.500 euro al mese che la famiglia gli passa come amministratore delle loro società, come spiega nel verbale. Di Palo è imputato di aver finto lo smarrimento di un telefonino che conservava in memoria i file a luci rosse (“Tiziana aveva paura della reazione della madre alla conoscenza della diffusione dei video”) e di aver accusato falsamente cinque persone della messa in Rete dei video hard. In uno dei video, quello dove lei indossa gli occhiali, il protagonista è Sergio.