A poche settimane dall’inizio del Conclave, l’attenzione mondiale si concentra sulla scelta del successore di Papa Francesco. Una previsione tanto sorprendente quanto discussa arriva da un’intelligenza artificiale: secondo ChatGpt, c’è un candidato più probabile al soglio pontificio. La notizia è stata riportata dalla rete televisiva francese Bfmtv, nel corso del programma Tech&Co, che ha interrogato il modello linguistico sulle sue previsioni riguardo al prossimo Papa. E, tra statistiche e considerazioni geopolitiche, la macchina ha scelto l’uomo che da anni rappresenta il volto diplomatico del Vaticano.
Secondo ChatGpt, il cardinale Pietro Parolin, attuale segretario di Stato della Santa Sede, avrebbe il 27,6% di probabilità di essere eletto Pontefice. La sua candidatura rappresenta, per l’intelligenza artificiale, una soluzione di equilibrio: europei e italiani vedrebbero in lui la possibilità di “riportare a casa il papato“, mentre numerosi cardinali moderati del Sud globale lo considererebbero una figura rassicurante in grado di garantire una transizione graduale piuttosto che una rottura netta con il passato. La lunga esperienza di Parolin nella diplomazia vaticana sarebbe inoltre un punto di forza per chi auspica riforme interne senza traumi.
Leggi anche: “Due cose collegate”. Papa Francesco, il parere di Matteo Bassetti sulle cause della morte

Gli altri cardinali che possono diventare Papa
Ma non è il solo nome in gioco. Nella lista dei candidati più probabili stilata da ChatGpt, figura anche il cardinale filippino Luis Antonio Tagle, definito l’outsider con il 24% di chance. Forte del sostegno di quasi tutti i 23 cardinali asiatici, nonché di una parte del fronte africano e latinoamericano, Tagle potrebbe raccogliere circa 58 voti, ma dovrebbe ancora conquistare una trentina di consensi tra gli europei per avere possibilità concrete di elezione. “È fattibile, ma non scontato“, spiega ChatGpt, che ha elaborato le sue previsioni sulla base di cinque criteri principali: composizione sociologica del collegio elettorale, desiderio di continuità o cambiamento, esperienze di governo e diplomazia, età e salute dei candidati, e infine accettabilità ideologica.

Dietro Parolin e Tagle, compaiono altri nomi significativi: il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, che secondo l’intelligenza artificiale avrebbe circa il 15% di probabilità; l’ungherese Peter Erdo e il ghanese Peter Turkson. Quest’ultimo, figura centrale tra i progressisti africani, viene descritto da ChatGpt come “un simbolo”, ma non un favorito. Le sue chance, si legge nella previsione, dipenderanno dalla capacità del collegio cardinalizio di “oltrepassare due soglie: il continente e il colore della pelle”. Per ora, Turkson sarebbe visto più come un kingmaker che come un candidato di punta.



Tuttavia, il Conclave potrebbe ancora riservare sorprese. ChatGpt non esclude uno scenario inaspettato, attribuendo un 12% di probabilità alla possibilità che emerga un nome a sorpresa, come già accaduto in passato con Giovanni Paolo I e con Jorge Mario Bergoglio. In un simile caso di impasse tra blocchi elettorali, il cardinale francese Jean-Marc Aveline potrebbe emergere come figura di compromesso, soprattutto se italiani, asiatici, latinoamericani e africani si neutralizzassero reciprocamente durante le votazioni.
In un momento in cui la Chiesa cattolica è chiamata a riflettere sul proprio futuro, anche la tecnologia ha voluto dire la sua. Con modelli predittivi e percentuali, ChatGpt si è inserita nel dibattito su una delle decisioni più delicate della cristianità. Che le sue previsioni si avverino o meno, resta il fatto che anche il Conclave, evento millenario segnato da mistero e spiritualità, è ora terreno di gioco per l’intelligenza artificiale.
“Fino alla fine…”. Morte Papa Francesco, il messaggio di Rocco Siffredi sui social