Questa è una di quelle storie che mandano di traverso la giornata. La racconta il settimanale L’Espresso e riguarda Carlo Musto D’Amore. Lui, un geometra nato 67 anni fa a Montoro Inferiore, vicino ad Avellino, è riuscito a diventare direttore generale della Sapienza, il più grande ateneo del Paese, senza uno straccio di laurea. Un incarico che oggi gli permette di guadagnare circa 200 mila euro l’anno. Non solo, perché lui è uno dei pochi “precari” italiani che nel 2013 è riuscito a ottenere dalla pubblica amministrazione un nuovo contratto quadriennale nonostante fosse già in pensione, e a dispetto di un processo ancora in corso (in primo grado è stato assolto) per abuso d’ufficio.
Da 14 anni è lui a gestire appalti e gare. Il nuovo rettore Eugenio Gaudio potrebbe rimuoverlo grazie a una clausola rescissoria già il prossimo giugno. Ma è improbabile visto che i due sono legatissimi. Hanno anche storie familiari simili: se “l’Espresso” qualche settimana fa ha rivelato che il figlio del rettore ha vinto un dottorato nonostante avesse usato il bianchetto durante il compito (pratica vietata), alla Sapienza ha trovato lavoro anche la figlia di Musto D’Amore, Assunta.
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