La notizia su Pietro Montanino e Maria Zaccaria, la coppia di sposi scomparsa lo scorso 29 ottobre, è arrivata poco fa. A rilanciarla, l’account twitter ufficiale di Chi l’ha visto, il programma di Federica Sciarelli che in questi giorni stava seguendo il caso. Sulla scomparsa dei neo sposi erano fatte speculazioni a non finire. Nelle ore scorse la sorella di Pietro aveva rotto il silenzio con un post sui social.
“Mio fratello e mia cognata non avevano alcun problema e non erano tristi – scriveva Silvana Montanino – Sono persone piene di vita che hanno sempre scherzato”. Smentendo, poi la circostanza – riportata dal sindaco di Cesa – secondo cui i due l’avrebbero avvisata di un imprevisto.
Pietro Montanino e Maria Zaccaria sono tornati a casa
“Questa cosa è falsa! Nessuna chiamata, nessun imprevisto. Era assolutamente normale che andassi a prendere mio nipote a scuola calcio. Evitiamo di far circolare fake news”. Secondo quanto raccontato dalla cronaca locale la coppia, prima della scomparsa, aveva o pranzato dai genitori di lui, a Frattamaggiore.
Poi “erano usciti a piedi e non sono più rientrati, né hanno dato notizie”. Il giovane, di 28 anni, aveva con sé due cellulari, “che risultano spenti”. Per ore si è temuto il peggio, mentre le segnalazioni e le ricerche si moltiplicavano, fino a poche ore fa quando il caso è arrivata ad una prima soluzione.
+++ Sono rientrati i due sposi scomparsi il 29 ottobre nel Napoletano, quattro giorni dopo il matrimonio +++#chilhavisto
— Chi l'ha visto? (@chilhavistorai3) November 3, 2024
Si legge: “Pietro Montanino e Maria Zaccaria scomparsi il 29 ottobre, solo quattro giorni dopo essersi sposati, sono tornati a casa”. Da capire cosa sia successo, perché si siano allontanati. Aspetti sui quali faranno piena luce gli inquirenti. Per gli sposi potrebbe, ma il condizionale è d’obbligo in attesa di maggiore chiarezza, configurarsi il reato di procurato allarme. Disciplinato dall’articolo 658 del codice penale, punisce chi metta in moto inutilmente e pericolosamente l’allarme sociale e gli sforzi della Pubblica Autorità (es. diffondere false notizie di contagi di una malatti,fingere di aver appiccato un incendio, inscenare una sparizione). Chi commette procurato allarme rischia l’arresto fino a 6 mesi oppure l’ammenda da 10 a 516 euro.