Un film che ha causato una crisi diplomatica tra Usa e Corea del Nord. “The interview”, una storia satirica sul leader nordcoreano Kim Jong-un prodotto dalla Sony Pictures, ha scatenato un clima da guerra fredda. Nella pellicola, Seth Rogen e James Franco interpretano due giornalisti coinvolti in un complotto della Cia mirato ad assassinare il dittatore (nel filmato sotto, le immagini relative alla sua uccisione). E pare che siano proprio i fotogrammi della morte del leader ad aver causato il pandemonio.
Nei giorni scorsi I Guardiani della Pace, un gruppo di hacker, aveva colpito il sito della Sony. Le indagini dell’Fbi “hanno accertato – si legge in una nota ufficiale – che il governo della Corea del Nord è responsabile dell’attacco informatico alla Sony Pictures. Gli strumenti utilizzati per gli attacchi informatici alla Sony sono simili a quelli usati lo scorso anno per attaccare banche e media in Corea del Sud l’anno scorso”. I Guardiani della Pace, che hanno firmato gli attacchi, avevano minacciato attentati in stile 11 settembre qualora il film venisse proiettato. “Il mondo sarà pieno di paura”, è uno dei messaggi lanciati dagli hacker. “Ricordatevi l’11 settembre del 2001. Vi consigliamo di tenervi a distanza da quei posti (se la vostra casa è nelle vicinanze, è meglio che ve ne andiate). Qualsiasi cosa capiti nei prossimi giorni è solo colpa della cupidigia della Sony Pictures Entertainment”, scrivono ancora nei messaggi spediti alle pubblicazioni specializzate Hollywood Reporter e Variety.
Da parte sua, l’amministratore delegato della Sony Pictures, Michael Lynton, ha respinto le critiche che gli sono arrivate da ogni lato, anche dal presidente Barack Obama, sottolineando che la sua azienda intende diffondere il film. Giovedì è poi arrivata la conferma: “Non abbiamo mai rinunciato a distribuire The Interview, e siamo emozionati nell’annunciare che il giorno di Natale il nostro film sarà in molti cinema (americani, ndr). Contemporaneamente continueremo a cercare nuove piattaforme e nuovi cinema, in modo da far raggiungere la platea più ampia possibile a questo film”. In precedenza, in un’intervista concessa alla Cnn, Lynton aveva accennato tra le piattaforme possibili anche a Youtube.
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