Sonia Bonizzi poteva morire sulla Marmolada. La sua è una storia di fortuna, anzi di casualità. Ma anche di scelte, alcune di certo inconsapevoli, ma che senza dubbio le hanno salvato la vita. La donna doveva essere su quel bello e maledettissimo monte, quando una frana di ghiaccio si è abbattuta su diversi escursionisti. Il bilancio delle vittime, almeno per ora, è di 7 morti. Ma il bilancio potrebbe aggravarsi perché i dispersi sono ancora tanti, troppi. Tra di loro, sarebbe potuta esserci anche lei.
Sonia Bonizzi poteva morire sulla Marmolada ma il suo distino era diverso. Pur essendo andata ad Alba di Canazei con quelle intenzioni, all’ultimo momento aveva deciso di non salire: “Oggi devo ringraziare il mio angelo custode”, ha poi scritto su Facebook, spiegando che le temperature troppo alte le avevano sconsigliato di iniziare quella escursione. Una sorta di sesto senso che però le ha salvato letteralmente la vita. A Il Gazzettino, la donna spiega: “Già dal parcheggio, ad Alba di Canazei, si notavano le condizioni del ghiaccio”.
Sonia Bonizzi poteva morire sulla Marmolada, la sua storia
E ancora: “Un ghiaccio come mai si era visto prima. Non almeno in questa parte dell’anno. Di solito appare in questo modo a fine stagione. Guardando in alto, anche dopo la tragedia, la parte destra sembra poter venir giù. Infatti hanno chiuso tutto. Lo scorcio che si vede, in cima, è impressionante”. Sonia Bonizzi poteva morire sulla Marmolada e racconta di aver deciso di andare verso Pian Fiacconi, e di essere poi scesa verso valle intorno alle 14.
La tragedia era già successa:“Subito ho visto gli elicotteri. Tanti elicotteri. Ho pensato che potesse essere accaduto qualcosa di veramente brutto. Quando ho raggiunto il Rifugio Ciampac ci hanno detto se avevamo sentito cos’era accaduto”. Sonia poi ripete quello che aveva già scritto sui suoi social.
Dice: “Non posso che ripetere quanto ho scritto su Facebook, non mi va di parlarne troppo. Posso solo ringraziare il mio angelo custode”. In questo caso forse, per lei, è stato il sesto senso, la fortuna. L’importante, per lei e per tutti, è non essere tra i morti, i feriti e i dispersi di questa immane tragedia.
“Salvi per miracolo”. Tragedia della Marmolada, il racconto di una guida