Il 12 gennaio del 2019 è morta Maria Teresa Trovato Mazza, per tutti Sissy, l’agente di Polizia penitenziaria originaria di Taurianova in coma dal novembre 2016 quando fu trovata ferita da un colpo di pistola esploso all’interno dell’ascensore dell’Ospedale Civile di Venezia, dove era in servizio lavorativo esterno. “La scomparsa della giovane agente di Polizia penitenziaria Sissy Trovato Mazza dopo due anni di agonia e sofferenza è una notizia tristissima che addolora profondamente tutti, familiari, amici e l’intera amministrazione della quale faceva parte” aveva affermato Francesco Basentini, capo del Dap, il Dipartimento amministrazione penitenziaria, ricordando la poliziotta calabrese.
“La sua battaglia si è conclusa ieri sera. Ma io mi auguro che la stessa determinazione con la quale Sissy ha dimostrato di voler rimanere aggrappata alla vita sia da sprone, ora più che mai, per l’accertamento della verità e venga fatta finalmente piena luce su quanto accaduto quel terribile giorno – scriveva Basentini in una nota – Lo dobbiamo a lei, alla sua famiglia, ai suoi cari e a tutti i suoi colleghi, che non hanno mai smesso di innalzare una preghiera per lei in questi due anni”. (Continua a leggere dopo la foto)

Tutto accade il 1° novembre 2016 quando l’agente penitenziario viene trovata nell’ascensore dell’Ospedale civile di Venezia con un colpo sparato che l’ha ferita gravemente. Un servizio esterno e il compito di controllare una detenuta ricoverata nel medesimo ospedale, in maternità. Sissy è stata ritrovata in condizioni pessime, in una pozza di sangue e con il cranio sfondato dal proiettile. Ma sin da subito nessuno crede ad un possibile omicidio tanto che il caso viene portato avanti come suicidio. La ragazza resta in coma per un lungo periodo per poi decedere il 12 gennaio 2019 nonostante le cure e la lotta per la vita. (Continua a leggere dopo la foto)

I genitori e gli amici di Sissy non hanno mai creduto al suicidio. A pochi giorni dal funerale della figlia, il padre aveva trovato infatti una lettera di Sissy che secondo loro avrebbe aiutato a fare chiarezza sul caso. “Sono stata avvicinata da molte detenute che hanno raccontato fatti gravi che riguardano le mie colleghe”, scriveva la ragazza alla direttrice del carcere di Venezia. Per questo motivo avevano chiesto di indagare per omicidio, ma oggi è arrivata la doccia gelata. Il suo caso non verrà ulteriormente approfondito dalla Procura di Venezia, con il pm Elisabetta Spigarelli – a capo delle indagini per istigazione al suicidio – che dopo aver cercato di far luce sulla vicenda ha concluso che non ci sarebbero indizi di omicidio e ha chiesto l’archiviazione. (Continua a leggere dopo la foto)


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Secondo la Procura, le cui indagini hanno visto accertamenti sulla pistola e sulle celle telefoniche, ci sarebbero invece nuovi elementi a supporto della tesi del suicidio. Di fronte a queste conclusioni la famiglia di Sissy non si è fatta trovare impreparata. Il collegio difensivo, infatti, sta elaborando una serie di elementi da presentare al giudice in opposizione alla richiesta di archiviazione.
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