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Silvia Romano, insulti e minacce. La costretta decisione della cooperante

Probabilmente Silvia Romano, la cooperante rapita in Kenya a novembre del 2018, si aspettava di essere accolta diversamente. E invece il suo ritorno in Italia è stato “choc”: la ragazza, che ha fatto sapere di essersi liberamente convertita all’Islam, è stata insultata in tutti i modi. Ha ricevuto insulti, minacce, così il responsabile dell’antiterrorismo milanese, Alberto Nobili ha aperto una indagine. L’ipotesi, contro ignoti, è di minacce aggravate.

Ma non è tutto: la Prefettura di Milano, cioè la città in cui la ragazza vive, sta valutando di proteggerla mentre la sua casa è già sorvegliata dalla Polizia. Per Silvia Romano la situazione è seria: l’odio scatenato dalla sua conversione è incontenibile. Oltre ad accuse e frasi choc, la ragazza ha anche ricevuto minacce di morte. Dall’ora di pranzo di martedì 12 maggio 2020, poi, il suo profilo Facebook è stato chiuso. Per i troppi insulti ricevuti. Continua a leggere dopo la foto


Tra gli attacchi anche quello di Matteo Salvini che ha detto: “Sarebbe stato meglio evitare un ritorno-show, è chiaro anche ai sassi che è stato pagato un riscatto”. Sul web ne sono successe di tutti i colori, da quando Silvia Romano è tornata. Nico Basso, consigliere comunale di Asolo, in provincia di Treviso, ha postato sui social una foto di Silvia e ha scritto come didascalia “Impiccatela”. Il post è stato subito cancellato ma non era l’unico c’erano altri messaggi di odio contro la ragazza. Continua a leggere dopo la foto

“Cerchiamo di dimenticare, di chiudere un capitolo e aprirne un altro”, sono state queste le parole usate dalla madre di Silvia Romano, Francesca Fumagalli, in un’intervista telefonica al TG3. “Sta bene, come l’avete vista quando è arrivata, anche psicologicamente”, ha spiegato il medico di famiglia, il dottor Matteo Danza che l’ha visitata e che ha aggiunto “Un controllo va sempre fatto dopo tanti mesi che si manca dall’Italia, è doveroso”. Continua a leggere dopo la foto

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Ora la ragazza si trova in isolamento come prevede il protocollo anti coronavirus per chi rientra dall’estero. “Come vuole che stia? Provate a mandare un vostro parente due anni là e voglio vedere se non torna convertito” ha detto sua madre uscendo da casa ad alcuni giornalisti che erano lì fuori. E ha chiuso dicendo “Usate il cervello. Vogliamo stare in pace, abbiamo bisogno di pace”.

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