Doveva essere la vetrina web del Belpaese, il gancio virtuale per afferrare turisti da tutto il mondo, oggi Italia.it sembra invece un costosissimo (20 milioni di euro) fallimento. Ieri il direttoe editoriale Arturo Corinto si è dimesso, ritenendo “ingiusto e poco dignitoso” continuare a lavorare gratis, come i tre dipendenti, rispetto ai venti iniziali, non pagati da mesi. In mezzo c’è la solita storia di grandi annunci, intoppi burocratici, scambi di querele e pessimi risultati, ripercorsa oggi da Gian Antonio Stella sul Corriere.

Ci sono voluti anni per metterlo online e all’inizio è stato un disastro: traduzioni improbabili affidate a Google Translator, copia e incolla da altri siti istituzionali, immagini e link sbagliati..Dal 2012 i contenuti sono affidati alla società Unicity, che ha cercato di rimetterlo. Intanto, prò la politica ha chiuso i rubinetti: dal 2010, scrive Stella, mentre gli altri Paesi investono, l’Italia non si destina un solo auro alla promozione turistica sul web. Così anche Italia.it rischia di spegnersi e mentre nel resto dl mondo il turismo aumenta, da noi lo scorso anno ci sono state 4,3 % di presenze in meno.