Aveva pianificato tutto, una pausa di pochi giorni per poi tornare immediatamente al lavoro. Marchionne, 66 anni compiuti a giugno, è mancato all’ospedale universitario di Zurigo dove era stato ricoverato il 27 giugno per un intervento alla spalla destra. “È accaduto, purtroppo, quello che temevamo. Sergio, l’uomo e l’amico, se n’è andato. Penso che il miglior modo per onorare la sua memoria sia far tesoro dell’esempio che ci ha lasciato, coltivare quei valori di umanità, responsabilità e apertura mentale di cui è sempre stato il più convinto promotore. Io e la mia famiglia gli saremo per sempre riconoscenti per quello che ha fatto e siamo vicini a Manuela e ai figli Alessio e Tyler. Rinnovo l’invito a rispettare la privacy della famiglia di Sergio”. A dare la notizia in televisione è stata la giornalista di Sky Liliana Faccioli Pintozzi. In diretta dalla clinica di Zurigo dove l’ex Ceo di Fca era ricoverato dal 27 giugno (e in condizioni drammatiche perlomeno da metà della scorsa settimana), non è riuscita a trattenere l’emozione: ha ricordato le imprese professionali e le abitudini dell’uomo-Marchionne. (Continua a leggere dopo la foto)

Liliana Faccioli Pintozzi è nella squadra di Sky TG24 sin dalla fondazione del canale, prima come reporter e inviata, poi come corrispondente (dal 2007 al 2009 a Bruxelles, dal 2009 al 2016 a New York, ora a Londra). Ha raccontato Presidenti e calciatori, elezioni e terremoti, attentati e prime cinematografiche. Tra le storie che ha seguito, la fine del pontificato di Giovanni Paolo II, il terremoto ad Haiti, il movimento Black Lives Matter e la nascita della Maggioranza Silenziosa che ha portato alla vittoria Donald Trump. (Continua a leggere dopo la foto)

Liliana Faccioli Pintozzi è anche co-autore del volume Sergio l’Americano (Castelvecchi Editore, 2012) dedicato a Sergio Marchionne e in particolare all’operazione FIAT-Chrysler. L’ultima uscita pubblica del manager era stata due giorni prima del ricovero, a Roma, alla consegna di una Jeep all’Arma dei carabinieri. Era già affaticato, chi lo ha visto quel giorno ricorda che parlava con difficoltà. Ma per lui, figlio di carabiniere, quell’appuntamento era irrinunciabile. È stato il suo ultimo saluto, per molti aspetti simbolico, la chiusura del cerchio di un’esperienza umana e professionale. (Continua a leggere dopo la foto)

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Il 27 giugno, Marchionne era stato ricoverato per un intervento alla spalla. Nella fase successiva all’operazione ha avuto complicanze che si sono progressivamente aggravate. Ha subito un primo arresto cardiaco ed è stato dunque trasferito al reparto di terapia intensiva dell’ospedale. Qui, ha avuto un secondo arresto cardiaco e le sue condizioni sono precipitate.
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