Grande paura nel cuore della notte ai Campi Flegrei per una scossa di terremoto di magnitudo 4.4 gradi della scala Richter con epicentro a Pozzuoli, alle 1.25 della notte. Il sisma ha svegliato di soprassalto migliaia di persone che, in preda al panico, sono scese in strada nonostante la pioggia battente. Alla scossa principale ne sono seguite altre sei, la più forte di magnitudo 1.6 alle 1.40, proseguendo fino all’alba.
Secondo l’Osservatorio Vesuviano, l’evento ha registrato accelerazioni mai rilevate prima, segnale di una violenza sismica crescente nell’area flegrea. L’onda d’urto si è avvertita chiaramente in tutta Napoli, da Bagnoli a Fuorigrotta, fino ai quartieri centrali. Paura anche a Portici e nei comuni limitrofi, dove numerosi residenti hanno scelto di trascorrere la notte fuori casa.
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Terremoto Campi Flegrei: paura e danni nella notte
Il sindaco di Pozzuoli, Luigi Manzoni, ha chiuso le scuole per consentire le verifiche agli edifici. Stessa decisione anche per i quartieri napoletani di Bagnoli e Fuorigrotta, tra le zone più colpite. Il sisma ha provocato crolli di calcinacci, danni alle auto e crepe nei muri, con conseguenze visibili soprattutto in via Diomede Carafa a Bagnoli, dove è crollato il solaio di un appartamento: una persona è rimasta bloccata, ma è stata soccorsa dai vigili del fuoco e non ha riportato gravi ferite.

Danni si sono registrati anche al campanile della chiesa di Sant’Anna, dove si sono registrati distacchi di elementi architettonici. Lungo le strade, numerosi calcinacci hanno colpito le auto in sosta, sfondando i parabrezza. Per fortuna, non si segnalano vittime né feriti gravi, ma la paura ha portato centinaia di persone a dormire in auto o a cercare riparo in aree aperte.

Sui social si moltiplicano le testimonianze: “Oggetti che cadevano, bambini che piangevano”, “L’armadio ha tremato e non si fermava più”, “Stanotte non rientriamo”. Il deputato Francesco Emilio Borrelli ha raccontato che centinaia di persone sono rimaste fuori casa per tutta la notte, dormendo in macchina per paura di nuove scosse.