Una telefonata choc ai carabinieri, fatta in preda all’alcol e agli psicofarmaci: “Arrestatemi, portatemi in carcere sennò la prendo e la butto di sotto”. A chiamare i carabinieri nella mattina di lunedì 7 maggio è l’ex campione intercontinentale Wba dei pesi mediomassimi Mirco Ricci: lo sportivo ha detto di non sopportare più la fidanzata e di essere pronto a fare il più estremo dei gesti. Per questo chiedeva di essere arrestato. Ed è stato accontentato. “Sono il pugile, il Guerriero. Ho litigato con la mia fidanzata. Venite subito prima che la butti dal balcone, non la sopporto più”. I carabinieri, una volta ricevuta la chiamata, si sono precipitati a casa sua a Ponte Galeria. A quel punto la ragazza è uscita immediatamente di casa. Lui no. Aveva cambiato idea e urlava: “Ancora in galera, nooooo!”. Poi gli agenti, non con poca fatica, sono riusciti a calmarlo: ma ci sono volute due ore. Ricci era già agli arresti domiciliari per estorsione e, dopo quella chiamata, anche se solo per una notte, è tornato in carcere. L’accusa è doppia: oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale. Continua a leggere dopo la foto



Intorno alle 9 del mattino, quando la sbornia passa, Ricci si scusa con il giudice: “Non ricordo nulla. Mi scuso con la mia fidanzata e coi carabinieri. Ho bevuto un litro e mezzo di vino. Ero solo ubriaco. Figuriamoci se volevo essere arrestato… Sono già stato per un anno in carcere”. La concessione del giudice è stata quella di permettergli di continuare ad allenare i ragazzi in una palestra vicino a casa. Intanto la Procura ha impugnato l’ultima sentenza di condanna contro Ricci: quattro anni e mezzo di reclusione. Ricci era accusato di aver sequestrato un bambino di 9 anni per avere indietro dalla madre una partita di droga da cinquemila euro. L’accusa aveva chiesto 27 anni di reclusione. La Corte d’assise, però, ha stabilito che non si trattasse di sequestro di persona, ma di un tentativo di estorsione con minacce. Vediamo cosa dicono di giudici d’appello.