Si torna a parlare di Greta e Vanessa le due cooperanti liberate due mesi da dopo una lunga prigionia in Siria per mano del Fronte al-Nusra e liberata il 15 gennaio. Anzi, è una di loro a parlare, Vanessa Marzullo, in un’intervista a Repubblica: “Nulla di cui vergognarmi, abbiamo cercato di aiutare un popolo vessato da una terribile dittatura”. Le polemiche sulla loro atività in Sira sono state accesissime, soprattutto tra favorevoli e contrari al pagamento del riscatto. Ma anche circa la loro presunta vicinanza a gruppi siriani anti governativi. “Chi ha lavorato con noi in questi anni sa quello che abbiamo fatto e come lo abbiamo fatto. Quanto ci siamo spese per la Siria. Gli insulti passano. Il fango e le cattiverie me le sono tolte di dosso. Ho ripreso gli studi”. E farà sicuramente discutere il resto della sua dichiarazione: “Io e Greta Ramelli torneremo ad aiutare il popolo siriano”.
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La 21enne ribadisce che non ha nulla di cui vergognarsi: “Siamo andate in Siria da volontarie con il progetto per il quale abbiamo lavorato per quasi tre anni. E’ dal 2012 che aiutiamo il popolo siriano massacrato da una dittatura tremenda – spiega – di fronte alla quale il mondo ha fatto e fa ancora niente”. Alla domanda se è vero che si siano esposte al pericolo poiché avevano avuto contatti con i guerriglieri jihadisti, Vanessa risponde che “non è assolutamente vero perché abbiamo avuto contatti solo con la popolazione civile”. La notizia sulla “distribuzione da parte nostra di un kit di salvataggio per i combattenti è quindi del tutto fantasiosa e offensiva”.
“Greta e Vanessa partite per aiutare la rivoluzione”, ecco le intercettazioni