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Revisione auto e multe automatiche? Ecco cosa cambierà (davvero)

Partiamo dalle certezze: auto e moto vanno revisionate quattro anni dopo l’immatricolazione e poi ogni due anni. Per chi circola su un mezzo non revisionato c’è una multa da 155 euro e la sospensione del libretto fino a quando non si mette in regola. Ha però fatto il giro dei media la notizia che d’ora in poi il sistema informatico della Motorizzazione scoprirà automaticamente chi non ha fatto la revisione, inviandogli la multa direttamente a casa.


Si trattava di una prospettiva preoccupante non solo per chi gira con mezzi non revisionati, mettendo a rischio l’incolumità propria e degli altri. C’è infatti anche chi, molto più innocentemente, si tiene in garage un’auto o una moto che non utilizza e per la quale non ha nessuna intenzione di pagare né assicurazione né revisione, con tutta la necessaria manutenzione che si porta dietro. Il cervellone elettronico come avrebbe potuto distinguere tra “buoni” e “cattivi”? 


La notizia delle multe automatiche per mancata revisione è falsa, come ha confermato anche il ministero dei Trasporti. Tra l’altro, per contestare “a distanza” un’ infrazione grazie alla tecnologia, come avviene per esempio con gli autovelox, servirebbe una legge apposita, che non esiste ancora. E comunque, tanto per tranquillizzare chi si ammira ogni tanto in garage la sua vecchia e immobile Vespa, la revisione periodica è obbligatoria solo per i mezzi circolanti oppure parcheggiati su suolo pubblico. 

Ma com’è nata la bufala delle multe automatiche? Probabilmente sulla scia del fatto (vero) che ormai tutta la filiera della revisione è informatizzata. I centri autorizzati dovranno prenotarla online e comunicarne l’esito entro un’ora alla Motorizzazione, che dà l’ ok per la stampa del talloncino da attaccare al libretto. Soprattutto, durante la revisione, telecamere collegate al computer verificano se la targa dell’auto sulla pedana è la stessa di quella che doveva essere controllata. Per i furbi diventa molto difficile farla franca.


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