Alessia Pifferi è la 37enne che si trova in carcere per l’omicidio della figlia Diana, la piccola di 18 mesi morta di stenti dopo essere stata abbandonata in casa. La donna è accusata di omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione e dei futili motivi. Secondo il gip Fabrizio Filice, Alessia Pifferi soffrirebbe di una “evidente instabilità affettiva” manifestata “in una forma di dipendenza psicologica dall’attuale compagno, che l’ha indotta ad anteporre la possibilità di mantenere una relazione con lui anche a costo di infliggere enormi sofferenze” culminate nella morte della bambina, riporta Il Corriere della Sera.
Per mamma Alessia la piccola Diana sarebbe stata un “peso”. Alessia Pifferi si sarebbe allontanata da casa per una settimana perché voleva sentirsi “libera” per qualche giorno dalla responsabilità “di essere una ragazza madre”. Un quadro emerso non solo dopo l’interrogatorio ma anche alla luce delle chat analizzate dagli agenti della Squadra Mobile.
Regali per Alessia Pifferi in carcere per l’omicidio della figlia
Nelle ultime ore l’avvocato che difende Alessia Pifferi, Solange Marchignoli, ha fatto sapere che al suo studio sono arrivati decine di regali per la donna. Ha ricevuto doni da tutta Italia: profumi, creme, balsami, smalti per le unghie, libri sul pensiero positivo, elastici, donazioni in denaro. I regali da parte di altre donne che solidarizzano con la presunta assassina della bimba, descritta come “sola e spaurita” dai suoi avvocati durante le ospitate televisive, servono nell’intenzione delle donatrici ad aiutarla – per quanto possibile – a stare meglio dietro le sbarre.
Repubblica ha pubblicato i messaggi che vengono inviati ad Alessia Pifferi: “Voglio dare una mano anche io non inviando soldi (non mi sembra il caso) ma magari qualcosa che può aiutarla nel quotidiano: una piccola coccola a questa donna confusa e spaurita”. Tutti gli oggetti ricevuti saranno portati alla 37enne dai suoi avvocati. Solange Marchignoli ha dichiarato che “non c’è una causa più urgente né più giusta del proteggere Alessia da questa medioevale caccia alle streghe”. Secondo l’avvocato, la Pifferi “ha bisogno di aiuto, questo è indubbio. E non mi troverà sorda al suo appello, mai”.
Di recente, durante il suo breve soggiorno al San Vittore, Sara Ben Salha, l’esca della faida tra trapper, aveva parlato con Alessia Pifferi dicendo di averla “sentita piangere tutto il giorno, sdraiata in silenzio a guardare il soffitto”. Per Sara Ben Salha, la 37enne che ha abbandonato la figlia di un anno e mezzo a casa per una settimana, provocandone la morte, “non è un mostro ed è sola al mondo, la famiglia le ha voltato le spalle, il compagno è sparito, le altre detenute la odiano”.
“Qualcosa di grave che non torna”. Diana, lo fa sapere il legale della mamma della bimba morta