“Al momento non ci sono prove che sia stato davvero Domenico a mandare un messaggio dal proprio telefono alle 5.30 circa di quella mattina”. Insomma, lui poteva essere già morto prima di precipitare giù dal quinto piano dell’hotel. A parlare su Repubblica è Eraldo Stefani, avvocato fiorentino esperto in indagini difensive, legale dei genitori di Domenico Maurantonio, il 19enne padovano deceduto all’alba del 10 maggio durante la gita.
“Se non è certo che sia stato Domenico a mandare quel messaggio – continua l’avvocato – lascia intendere che l’ora della morte possa essere anche precedente alle 5.30. Si colloca genericamente fra le 3.30 e le 6.30”. Potrebbe essere stato qualcun altro, e non Domenico, a mandare un messaggio dal telefono del giovane dopo che lui era già morto. Una versione che non trova riscontro nelle indagini. “Mi rendo conto che l’ipotesi possa sembrare inquietante – dice il legale – ma al momento non si può escludere che qualcuno abbia usato il telefono di Domenico dopo la sua morte. Così come non possiamo affermare con assoluta certezza nemmeno che il ragazzo fosse vivo nel momento in cui è caduto dalla finestra”.
Ti potrebbe interessare anche: Ragazzo precipitato, ricostruite le ore prima della tragedia: cosa facevano i compagni…
