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“Sono sul lastrico”. Raffaele Sollecito, cosa è successo nella sua vita dalla fine del processo

“Sono sul lastrico…1,2 milioni di debito, ho passato quattro anni in carcere di cui sei mesi in isolamento e per me è assurdo sentirmi rispondere dai giudici Italiani che oltretutto c’è un meccanismo piuttosto singolare, in Italia, dove quando devi chiedere un risarcimento ti rimandano alla corte che ti aveva condannato quindi è abbastanza complicato che abbiano un’idea diversa rispetto a quella che avevano… mi sono sentito un mostro”.

“Hanno completamente distrutto la mia immagine, e anche quella della mia famiglia, sono stati anni tragici”. Sono le parole di Raffaele Sollecito a Ogni Mattina su TV8. Una storia che è andata ben oltre l’assoluzione con l’Italia divisa tra colpevolisti e innocentisti con Rudy Guede, unico responsabile, condannato in via definitiva per concorso in omicidio. Un punto di svolta che ha stravolto la vita di Raffaele  Sollecito che nei mesi scorsi aveva rilasciato una lunga intervista, sempre alla Adnkronos, raccontando le difficoltà di costruirsi una nuova vita. Continua dopo la foto


“Vivo in Francia, mi sono trasferito qui per lavoro, ho avuto un’opportunità e mi sono trasferito”, raccontava. Perché in Italia, per Raffaele Sollecito, le porte erano (e forse sono come ha sottolineato lui più volte) chiuse. E dire che Raffaele Sollecito, nonostante tutte le peripezie affrontate, ha portato a termine e continuato il suo percorso di studi.  Avrebbe dovuto discutere la tesi pochi giorni dopo l’arresto, si laureò nel 2008 mentre era detenuto nel carcere perugino di Capanne. Nel 2014 conseguì poi la laurea specialistica in ingegneria informatica all’università di Verona. Continua dopo la foto


Assolto definitivamente dalla Cassazione, aveva poi intrapreso alcuni progetti come la creazione di una start up, ‘Be on memories’, dedicata alla commemorazione dei defunti che, aveva spiegato, era nata dal ricordo della madre. “La start up è ancora attiva”, riferisce Sollecito spiegando che la decisione di andare in Francia non c’entra nulla con la voglia di scappare dalle conseguenze della drammatica vicenda legata al delitto di Meredith. Continua dopo la foto



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“Ormai le mie immagini non vanno in onda molto spesso, neppure in Italia mi riconoscono spesso per strada – afferma – Quando ho a che fare con le persone, c’è chi ha seguito di più il processo ed è più empatico e chi continua ad avere dubbi e pregiudizi”. Con Amanda Knox i contatti non si sono interrotti: “Ci parliamo e sentiamo per messaggio”, conclude.

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