“Non ti faccio niente, fai così e ti mando via. Dai, dai, dai”. Sono le folli parole di Simone Borgese, raccontate dalla tassista da lui violentata. “Mi ha ripetuto più volte le stesse parole: fai così, dai, dai, dai, e poi te ne vai”, ha raccontato lei stessa, stuprata lo scorso 8 maggio, agli uomini della Mobile di Roma. Lei lo ha descritto sorridente, curato, cattivo: “Era un animale, cattivo e violento, aveva un tono della voce crudele. Con veemenza ha mollato i miei capelli, ha abbassato completamente il sedile e mi ha sferrato un pugno con la mano sinistra, poi mi ha ripreso per i capelli. L’altra mano me l’ha infilata nella maglietta e ha iniziato a tastarmi ovunque sul seno. Poi è sceso ai jeans”.
Borgese ha ormai un profilo da molestatore seriale visto che ci sono altre due denunce nei suoi confronti a cui sta lavorando il pm Eugenio Albamonte: l’ultima è una diciassettenne inseguita fin nell’androne di casa un anno fa. E la tassista aggunge: “Non ho gridato né suonato il clacson perché intorno a noi non c’erano niente e nessuno. Ho cercato di divincolarmi, ero terrorizzata”.
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“Io l’ho implorato di non toccarmi, di non farmi del male, di non spogliarmi di avere un pò di umanità per me”. A modo suo, Borgese, l’accontenta: “Non so se abbia avuto un briciolo di lucidità o più probabilmente lo ha fatto perché impotente ma non ha proseguito. Avendo già ricevuto un pugno e non riuscendo a divincolarmi dalla sua presa mi sono sentita senza scampo. Lui era già vicino a me e dalla sua posizione mi sovrastava, il suo bacino era all’altezza del mio viso, ho fatto quello che mi chiedeva, gli ho praticato un rapporto orale”.
Poco prima, il ragazzo, racconta il Corriere della sera, era un cliente come tanti, rasato, pulito, gentile. Poi, l’auto si ferma e le cose cambiano: “Mi ha messo la mano destra sui jeans all’altezza dell’inguine e io mi sono allarmata, gli ho detto ‘Fermo che fai?’ Mi sono girata a guardarlo, lui si era già alzato dal sedile posteriore ed era quasi arrivato al centro dell’abitacolo. Aveva pantaloni di cotone pesante, di colore nero, ancora calzati e solo la cerniera slacciata. Mi ha ripetuto più volte ‘Fammi questo dai e poi te ne vai’ Mi sento ancora i brividi addosso”.
E le parole del Gip che ha convalidato l’arresto parlano in modo olto chiaro: “Il fermato ha mostrato di essere capace di approfittare di ogni circostanza a sé favorevole dimostrando di essere scaltro, insidioso, e al contempo incline a soddisfare le proprie esigenze sessuali senza rispetto per le libertà e i diritti altrui, preordinando tempi e modi tali da favorirne l’impunità”.
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