Negli ultimi tempi il caro vita ha piegato le famiglie italiane: bollette, affitti, spesa quotidiana, tutto è diventato più caro, mentre il potere d’acquisto degli stipendi si è ridotto drasticamente. Perfino una cena al ristorante, specialmente dopo la pandemia, è ormai un lusso per molti. Ma se per gli italiani comuni mangiare fuori significa spesso svuotare il portafoglio, quanto spendono invece i politici nella mensa di Camera dei Deputati?
Già in passato le tariffe bassissime dei menù parlamentari avevano provocato indignazione: si era parlato di pranzi completi a 10 euro e primi piatti a soli 4-5 euro, cifre impensabili per il resto degli italiani, soprattutto nelle grandi città. Negli ultimi anni questi prezzi sono stati leggermente ritoccati verso l’alto: il Foglio riportava nel 2023 che il menù completo era salito da 13 a 15 euro, e gli sconti riservati ai parlamentari erano passati da 10 a 8 euro a pasto.
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I prezzi del menù alla Camera dei Deputati
Ma l’ultima provocazione arriva dagli attivisti di Ultima Generazione che, insieme alla deputata Eleonora Evi, ex Movimento 5 Stelle e Avs, ora nel Pd, hanno deciso di mostrare sui social i prezzi aggiornati del ristorante della Camera: “Questi prendono più di 13 mila euro al mese, otto volte il mio stipendio da professore – denuncia Michele, attivista trentenne – eppure, guardate qui: gnocchi con pomodoro San Marzano e ricotta salata sarda a 8,50 euro, polpette al sugo a 10,50 euro“. Cifre che calano ulteriormente nelle mense, dove non c’è neppure il servizio al tavolo.

La questione non si ferma ai prezzi esposti: “Bisogna aggiungere gli sconti speciali per i parlamentari, che ormai non figurano più nei menù dopo le polemiche degli anni passati”, rivela il gruppo. “Ma com’è possibile che i prezzi siano così convenienti? Semplice – spiegano gli attivisti di Ultima Generazione – La sovvenzione pubblica per garantire pasti economici ai nostri politici è salita nel 2024 di 1,3 milioni di euro, arrivando a un totale di 3,4 milioni di euro annui, praticamente un terzo in più rispetto all’anno precedente”.


“Con quei soldi – aggiungono – si potrebbero offrire circa due milioni di pasti gratuiti nelle mense scolastiche, eliminando una volta per tutte la triste realtà di quei bambini costretti a mangiare soltanto pane e olio perché i genitori non possono permettersi di pagare la retta”.
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