Se sei un cliente delle “lucciole” ti arriverà la multa a casa, le “zone di tolleranza” dovranno sorgere lontane da “parchi pubblici dove vanno le famiglie” o da abitazioni e scuole. Sono queste le idee del sindaco di Roma Ignazio Marino per combattere, o limitare, il fenomeno della prostituzione in strada, facendo leva sul primo municipio “pilota”, già individuato nell’Eur, al quale potrebbero seguirne degli altri. Le polemiche non mancano, da parte sopratutto del prefetto, Giuseppe Pecoraro, che evidenzia il rischio di “favoreggiamento della prostituzione” e “bolla” la proposta come “una boutade bella e buona, che manca di un riferimento normativo nazionale”. Marino sembra un po’ frenare di fronte alle critiche, sorte anche dal mondo cattolico: “Tolleranza in alcune zone? Non posso che immaginare situazioni di questo tipo, non sono un legislatore nazionale”.
Il sindaco rovescia il discorso e ribadisce la sua idea: “Forse si può trovare un equilibrio: individuare dei luoghi dove il fenomeno non è tollerato, come parchi pubblici in cui vanno le famiglie.” I clienti dovrebbero allora “ricevere a casa una multa in cui si dice chiaramente che la sanzione di 500 euro è legata al fatto che si intrattenevano con prostitute”. L’obiettivo è quello di “proteggere la famiglia con i suoi valori, dare la possibilità alle persone di usufruire di un parco, di una strada, senza trovarsi a dover dare spiegazioni ai propri figli”. E bisogna – spiega ancora Martino – “delineare un percorso che è molto delicato perché dall’altro lato c’è lo sfruttamento, spesso di ragazze addirittura minorenni, che è un crimine orribile. Sfruttare il corpo delle donne è una cosa orribile. Io credo che chi lo fa vada preso, messo in carcere con le chiavi buttate per sempre”.
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