Il ministro della Cultura vuole provare a invertire la tendenza drammatica degli ultimi decenni. L’Italia, come noto, è affetta da un grande male, quello di non investire sul suo patrimonio artistico. O, almeno, non lo fa adeguatamente. Intervistato da Repubblica, Dario Franceschini si dice pronto a battersi affinché la spesa italiana per la cultura passi dallo 0,1 per cento allo 0,2 per cento di Pil. Che, va detto, non è un grande impegno finanziario se consideriamo il tesoro racchiuso nello Stivale. Ma potrebbe essere un passo in avanti, almeno avvicinarsi a quello 0,24 per cento della Francia che possiede tanto, ma meno di noi. Franceschini, tuttavia, ammette che le promesse di Renzi volevano un aumento fino all’uno per cento. E, indipendentemente dai nomi al governo, sarebbe più che auspicabile. Ma un sogno Franceschini sembra averlo, questa volta più realizzabile a breve termine: aprire Pompei anche di notte. Il metodo, spiega, potrebbe essere la collaborazione tra il pubblico e il privato. E dunque ritenere possibile che una grande impresa italiana si facesse carico di un progetto di illuminazione per consentire l’apertura anche notturna del sito. «Penso per esempio all’Enel», dice il titolare del Mibac.
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