Un triste consapevolezza emerge dai racconti degli amici e dei parenti delle piccola Sara e Benedetta Di Pasquo: le due erano nate con gravi malformazioni. Una aveva gravi problemi motori forse irreversibili che l’avrebbero costretta in carrozzina e l’altra era cieca. Questi ulteriori raccapriccianti particolari uniti alla morte della terza gemella morta prima del parto avrebbero contribuito ad aggravare la forma depressiva di cui soffriva Giuseppina Orlando, un grave episodio “post-partum”. Ma non solo, anche il grave ‘senso di colpa’, avrebbe spinto Pina a lanciarsi nelle gelide acque del Tevere insieme alle figlie giovedì scorso.
Nonostante la vicinanza del marito e dei familiari, la 38 enne non ha retto la situazione. Presa dallo sconforto acuito ancora di più dopo la dimissione dal policlinico Gemelli di una delle due figliolette. Forse proprio quella non vedente. La gravidanza tanto desiderata ed attesa dopo la fecondazione assistita, dove l’impiego di ormoni ha anche alterato il suo stato psico fisico. Della tragedia nessuno ancora sa farsene una ragione. “Pina era una donna premurosa assennata e amava la sua famiglia”. (Continua dopo la foto)

“In paese – continua – ad Agnone in provincia d’ Isernia era conosciuta da tutti per le sue qualità umane. Allo studio notarile dove lavorava la ricordano anche per la sua grande onestà e preparazione professionale”. Questo racconta di lei chi l’aveva conosciuta. Nel frattempo continuano le ricerche. Attimi di speranza dopo che le forze dell’ordine hanno diramato un’immagine ripresa dalla telecamera dell’elicottero della polizia di Stato, che da giovedì scorso sorvola il Tevere, fino alla foce per aiutare i sommozzatori nelle ricerche dei cadaveri di Sara e Benedetta. (Continua dopo la foto)

La foto ha fatto pensare subito a un fagotto bianco lungo una settantina di centimetri: la notizia ha fatto convergere i battelli e i gommoni dei vigili del fuoco verso il punto dell’ avvistamento. Subacquei e operatori della protezione civile, dopo i controlli hanno accertato che si trattava di rifiuti. Per tutta la giornata di ieri i volontari e la protezione civile nazionale, hanno scandagliato gli argini del fiume ispezionandone l’intera area golenale anche con l’unità cinofila molecolare. (Continua dopo la foto)

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subacquei del nucleo Saf dei vigili del fuoco stanno utilizzando un apparecchio che permette di scandagliare in fondo dei fiume fornendo in tempo reale immagini morfologiche di tutto quello che si trova sommerso. Secondo i sub le bimbe sono state trascinate verso la foce dalla forte corrente ed è facile ipotizzare che riaffioreranno a galla quando le acque si riscalderanno con l’ aumento della temperatura atmosferica.
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