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“Perché gli conviene non parlare”. Caso Garlasco, le dichiarazioni di Alberto Stasi e i rischi

  • Italia
Alberto Stasi Chiara Poggi

Il caso dell’omicidio di Chiara Poggi, che c’è stato a Garlasco nel 2007, è tornato alla ribalta dopo le nuove indagini aperte su Andrea Sempio, un amico del fratello della vittima. Intanto, Alberto Stasi che è stato condannato in via definitiva per il delitto, non ha mai smesso di dichiararsi innocente ma questo ora potrebbe creargli qualche problema.

Alberto Stasi ha avuto una pena di 16 anni di carcere per l’omicidio dell’allora fidanzata Chiara Poggi. A partire da gennaio di due anni fa, lui ha avuto l’autorizzazione ad andare a lavoro uscendo così di prigione grazie alla buona condotta. Il suo prossimo obiettivo è quello di accedere alla semilibertà, ma proclamarsi sempre innocente non gli farebbe benissimo.

Leggi anche: Caso Chiara Poggi, Alberto Stasi rompe il silenzio su Andrea Sempio

Alberto Stasi Chiara Poggi


Chiara Poggi, perché per Alberto Stasi proclamarsi innocente potrebbe ora essere un problema

Il sito Leggo ha fatto il punto della situazione su Alberto Stasi e l’attenzione è ricaduta anche sulle sue ultime dichiarazioni. Avvicinato da una giornalista di Mattino Cinque, ha confermato ancora una volta di essere innocente e quindi estraneo al delitto di Chiara Poggi. Ma per la semilibertà il tribunale di sorveglianza prende in esame anche il requisito della resipiscenza e ora vi spieghiamo di cosa si tratta.

Alberto Stasi Chiara Poggi

Come riportato dal sito Leggo, la resipiscenza è la “capacità di prendere coscienza del proprio errore. Questo principio si basa sull’idea che chi ha commesso un reato debba dimostrare di averlo compreso e interiorizzato, un passo fondamentale nel percorso di reinserimento sociale”. Dunque, stando agli esperti del settore, per Alberto Stasi sarebbe meglio tacere e non esporsi troppo pubblicamente per evitare conseguenze negative. Lui si è anche soffermato sul dna prelevato ad Andrea Sempio, invece gli converrebbe non dire molto.

Ed è stato fatto un parallelo anche col caso riguardante Salvatore Parolisi, che ha subito una condanna per l’assassinio della moglie Melania Rea, il quale ha perso i permessi per un’intervista.


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